Si è tenuta oggi, sabato 23 gennaio, la consueta conferenza stampa dell’Iss sull’andamento della situazione sanitaria in Italia. Nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità, l’indice Rt è sceso a 0,98 dopo oltre cinque settimane di crescita. Calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari, ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19: restano ancora troppi i decessi ed i casi – 472 le vittime nelle ultime 24 ore, con 13.633 nuove infezioni – e 12 regioni si mantengono comunque sopra la soglia critica del 30% di occupazione delle Rianimazioni. In Sicilia, l’indice Rt è a 1,27, il secondo più alto in Italia, e si sfiora il limite per i pazienti ricoverati.
Coronavirus, Sicilia unica regione in zona rossa: indice Rt secondo in Italia
Continua ad essere un quadro preoccupante, sia pure con qualche primo segnale di miglioramento, quello che si evince dall’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute (dati relativi alla settimana 11/1/2021-17/1/2021, aggiornati al 20/1/2021) sull’andamento dell’epidemia da SarsCov2 nel Paese.
Il punto sui vaccini: le dichiarazioni di Locatelli
“Dopo il picco siamo a circa 20-25mila dosi di vaccino al giorno somministrate e ciò a causa dei tagli delle forniture – dichiara il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli -. È atteso per il 29 gennaio il parere di Ema sul vaccino AstraZeneca, che ha comunicato una riduzione della capacita produttiva e ciò richiederà una rimodulazione della campagna vaccinale.
Possiamo dire – continua – che a fine gennaio l’Italia dovrebbe avere a disposizione circa 2,5 mln di dosi che servono sia per prime immunizzazioni sia i richiami. A oggi non c’è alcuna evidenza che i vaccini disponibili, Pfizer e Moderna, non offrano copertura rispetto alle varianti del virus. Quindi il messaggio in questo momento è assolutamente rassicurante“.
Locatelli quindi ha fatto il punto sui vaccini, ricordando che l’Italia è tra i primi Paesi in Europa per vaccinazioni effettuate. “Ad oggi sono state somministrate un po’ più del 70% delle dosi di vaccino consegnate, ciò perché va mantenuta una aliquota per garantire in richiami – afferma -. Rimaniamo in testa al gruppo dei paesi che in Europa hanno somministrato più vaccini e siamo attualmente secondi dopo la Germania e questo a dispetto della riduzione del numero delle dosi osservata in questa settimana, -29%, e anche a dispetto dell’ulteriore riduzione annunciata da Pfizer anche per la prossima settimana e quantificabile nell’ordine del 20%”. Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli alla conferenza stampa al ministero della Salute”.
L’andamento del virus in Italia: il punto della situazione di Rezza
“Questa settimana, alcune regioni hanno rischio basso – ha affermato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza –, altre moderato ma ci sono ancora regioni a rischio elevato; quindi la valutazione complessiva ci dice che dobbiamo porre attenzione alla situazione. Quindi il messaggio è che c’è una lieve diminuzione dell’incidenza nel paese ma che è lontana dal consentire di riprendere a tracciare i casi, quindi l’epidemia è fuori controllo perché non si riesce appunto ancora fare il tracciamento”.
Nel corso della conferenza stampa al ministero, si è descritto anche l’andamento dei dati del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia. “L’Epidemia – ha dichiarato ancora Rezza resta in una fase delicata e non dobbiamo allentare misure: quando le allentiamo il virus ricomincia a correre, è uno stop and go. Quindi è meglio mantenere le misure per evitare circolazione troppo elevata. Dobbiamo essere molto lesti nell’identificare varianti e prendere misure di restrizione mobilità nei posti i cui ciò dovesse accadere, quindi bisogna tenere guardia molto alta”.