Da giorni sul fronte della situazione sanitaria la questione più scottante è quella dei vaccini, dopo i ritardi prima e i tagli poi annunciati dalla Pfizer. L’azienda farmaceutica statunitense, insieme a Moderna, è l’unica finora ad aver ricevuto l’ok da parte dell’Ema e buona parte della campagna vaccinazioni si basa, al momento, sulle sue dosi. Per questo ha destato scalpore il taglio annunciato. Un ritardo che si spera solo momentaneo, ma che se prolungato potrebbe mettere in stallo la campagna.
In Sicilia, secondo lo schema diffuso negli scorsi giorni, a partire da lunedì sarebbero dovute arrivare altre 49.140 dosi, ma ne sono arrivate solo 37.440, 11.700 in meno rispetto a quelle previste. Al primo posto per le dosi tagliate ci sono Emilia-Romagna e Lombardia, entrambe con oltre 25mila dosi in meno. Seguono il Veneto (-24.570), il Lazio (-12.780) e la Sicilia, accomunata con la Puglia. Non subiscono tagli le regioni più piccole, dall’Abruzzo alla Valle d’Aosta, mentre in percentuale le zone in cui la dose di vaccini verrà ridotta maggiormente sono le Province Autonome di Trento e Bolzano, con differenziali compresi tra il -60% e il -57%.
Complessivamente, il taglio annunciato dalla Pfizer è del 29%, ma l’Italia si è già mossa al riguardo, attivando l’Avvocatura dello Stato contro il colosso farmaceutico. L’obiettivo è di valutare i diversi profili di responsabilità della casa farmaceutica Pfizer in caso di inadempienza e le possibili azioni da intraprendere a tutela degli interessi del Paese e dei cittadini. Anche per la prossima settimana le dosi dovrebbero essere inferiori a quelle previste, ma l’ammanco non dovrebbe essere altrettanto corposo.
I ritardi potrebbero costare caro alla Sicilia. Al momento, la Regione è ferma a quota 71,7% delle dosi utilizzate e sta proseguendo con il richiamo per il personale sanitario a cui è stata già somministrata la prima dose. Nei giorni scorsi, l’assessore Razza ha sollecitato l’Ema ad approvare gli altri vaccini già brevettati, così da velocizzare la campagna e non subire ulteriori ritardi.