Nelle prossime giornate proseguirà il monitoraggio degli indici di contagio e la Sicilia, insieme alle regioni di Puglia, Basilicata e Abruzzo, potrebbe diventare “zona rossa”.
I parametri che attribuiscono alle regioni italiane vari livelli di rischio non muteranno sino allo scadere del Dpcm attualmente in corso, come precisato il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia: “Ma non escludo – continua – che possano esserci altre regioni rosse”.
Speranza firma ordinanza: la Sicilia resta “zona arancione”
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha espresso la necessità di “rendere ancora più chiari e trasparenti i parametri”; da qui il tavolo tecnico che, entro fine mese, dovrebbe semplificare il processo di attribuzione delle fasce di rischio alle regioni. Ciò implica, dunque, che possano attuarsi una serie di aggiustamenti anche prima dello scadere del Dpcm, previsto per il 3 dicembre. Tra le regioni più discusse, chiaramente, Piemonte e Lombardia che per prime sono entrate in zona rossa; si registrano attualmente nelle due regioni paramentri da “zona arancione” che, se confermati entro fine mese, potrebbero portare ad un allentamento delle misure.
Monitoraggio già annunciato dal presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, che, nella giornata di ieri, ha dichiarato: “Ho sentito il ministro Speranza che mi ha anticipato la decisione di rinnovare la propria ordinanza per tutte le zone arancioni in Italia, fissando per la prossima settimana un primo confronto tecnico per una nuova valutazione del rischio-Regione”.
La Regione starebbe, quindi, allargando il monitoraggio su aree più vaste dei Comuni, con parametri oggettivi che, come sottolineato dal presidente della Regione Siciliana, potrebbero portare all’adozione di misure da “zona rossa”. “Nelle prossime giornate – continua ancora il presidente – proseguiremo con il monitoraggio degli indici di contagio, con la valutazione di misure di contrazione della mobilità extra-regionale, con l’adozione di protocolli di contenimento condivisi con gli Enti locali, con screening a tappeto nelle categorie”.
Un cenno anche ai comportamenti individuali, troppe volte irresponsabili, nelle parole di Musumeci che si è detto in dovere di garantire “il difficile equilibrio tra diritto alla salute e diritto alla socialità”.