Con il Covid-19 piombato prepotente sulle nostre vite, parlare di salute mentale è diventato ormai una necessità impellente. Il lockdown, i Dpcm, la convivenza quotidiana e forzata con la malattia e con la morte hanno rimesso in discussione gran parte delle nostre certezze. Alcuni progetti sono andati in fumo, molte persone hanno perso il lavoro, ad altre è stato chiesto di adattarsi rapidamente a un contesto lavorativo nuovo, e così via. Certo è che tutti abbiamo dovuto fare i conti con una significativa limitazione delle libertà personali, con la solitudine in appartamenti vuoti e lontano dagli affetti, e che le ricadute psicologiche sono state gravi a più livelli.
Covid-19 e salute mentale: cosa succede
Per capire meglio cosa sta succedendo nelle nostre vite, l’aiuto di professionisti della salute mentale è fondamentale. Per questo, abbiamo chiesto a due psicologhe di aiutarci ad analizzare meglio i cambiamenti in corso e a trovare gli strumenti adeguati per fronteggiarli: Federica Di Liberto, che si occupa di psicologia scolastica, dsa e bes, e Floriana Finocchiaro, che si sta formando per diventare una terapeuta analitico-transazionale, lavora nel privato, nelle scuole e in alcune case di riposo per anziani. A proposito dell’emergenza sanitaria in corso, le dottoresse spiegano come non sia errato parlare anche di “contagio emotivo” e di quanto sia importante non sottovalutarne gli effetti.
“A tal proposito – dichiarano a LiveUnict –, l’ultima rilevazione sullo stress degli italiani risalente al 2 novembre 2020 mostra un indice di 62 su 100 uguale al livello di marzo. Il 41% delle persone sembra manifestare un livello di stress tra 80 e 100 su 100, mentre nel gennaio 2020 prima della pandemia solo il 30% aveva questo livello di stress (Centro Studi CNOP, Ist. Piepoli 02.11.20). Appare dunque evidente come, alla stregua di altre forme di disagio fisico, quello apparentemente ‘invisibile’ ossia psicologico, se non trattato preventivamente e in modo efficace può sortire effetti a lungo termine sulla salute e sulla qualità della vita di ciascuno di noi”.
I consigli per gestire ansia e attacchi di panico
Avere delle strategie per affrontare al meglio momenti come questo è fondamentale per il nostro benessere psico-fisico. Comprendere, innanzitutto, che alcune reazioni del nostro corpo e della nostra mente sono all’ordine del giorno e assolutamente normali è il primo passo.
“Selye afferma che lo stress è una risposta strategica dell’organismo per adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che psicologica, cui esso sia sottoposto – sottolineano Di Liberto e Finocchiaro –. È importante ricordare che lo stress è una reazione fisiologica normale ed assolutamente necessaria per la sopravvivenza. Tuttavia, quando i fattori stressogeni superano i limiti di tollerabilità dell’individuo, possono provocare una reazione disfunzionale col rischio di andare incontro ad progressivo logorio psicofisico”.
Come fare allora a non lasciarsi sopraffare dall’ansia? Le dottoresse riassumono le strategie in 7 punti: “1) Mantenere le relazioni evitando l’isolamento: ridisegnare nuovi equilibri nella relazione con gli altri, riadattando il modo di comunicare passando dall’approccio fisico a quello psicologico e simbolico (lo sguardo può abbracciare e la voce può fare altrettanto). 2) Prendere coscienza del proprio stato emotivo-affettivo: riconoscere le proprie reazioni di stress e paura legate alla situazione. 3) Condividere le proprie preoccupazioni: parlare delle proprie difficoltà con qualcuno può aiutare a sentirsi più leggeri e meno soli. Se si ravvisa il bisogno, rivolgersi ad un professionista psicologo.
4) Organizzare il proprio tempo: preservare la propria routine o approfittarne per crearne una nuova, coltivare hobby o crearne di nuovi, ritagliare del tempo per sé e per le persone care. 5) Imparare a gestire l’attesa: accettare l’eventuale frustrazione derivante da questo stato caratterizzato da più domande che risposte; Impariamo la cosiddetta capacità negativa ovvero capacità di vivere nell’incertezza. 6) Recuperare info sicure e istituzionali: dosare le informazioni e prestare attenzione alle fonti. 7) Mettersi in sicurezza: adottare tutte le misure di prevenzione per il bene nostro e degli altri”.
Giovani, studenti e Covid-19
Giovanissimi, studenti di scuola e universitari sono tra coloro i quali hanno dovuto, forse più rapidamente di altri, adattarsi a un contesto totalmente nuovo: dalla didattica a distanza al tornare a vivere in casa con i propri genitori, gli stravolgimenti non sono stati pochi e di poco conto. Cosa comporta una situazione simile in una età spesso problematica? Come gestirla?
“Il ritorno alla didattica a distanza e la privazione del contatto con il gruppo dei pari ha di certo un suo impatto – spiegano le psicologhe –. È proprio nel gruppo dei coetanei che il giovane costruisce la propria personalità ed identità. L’ambiente scolastico non può essere considerato solo come luogo di scambio contenutistico e disciplinare. In un’era dove si privilegiano forme interattive virtuali è bene ricordare l’importanza dell’altro ‘face to face’ nella formazione e arricchimento del proprio sé. Il mezzo tecnologico si sta dimostrando un valido aiuto nella comunicazione, ma non può di certe sostituire l’interazione in presenza”.
Le psicologhe sottolineano, inoltre, che “quando parliamo di salute, ci riferiamo a uno stato di benessere inteso non solo in termini di benessere fisico, ma anche psicologico e sociale. L’OMS propone difatti l’adozione di alcuni strumenti, intesi anche come fattori di protezione da stress e comportamenti disadattivi (‘competenze del vivere’ o life skills). Tra queste, troviamo la capacità di prendere la decisione più opportuna con senso critico in una determinata situazione problematica, la capacità di saper risolvere problemi con autocoscienza/conoscenza di se stessi, dei contesti e dei comportamenti più vicini alla propria personalità; la capacità nella gestione del controllo interno ed esterno delle proprie emozioni e nella tolleranza a sovraccarichi di stress vari.
La scuola può considerarsi come luogo privilegiato per la promozione di tali competenze, che risultano spendibili in ogni occasione di vita e capaci di favorire comportamenti sani, responsabili e positivi. Inoltre, in un periodo come questo dove i ragazzi respirano sgomento e indeterminatezza, l’insegnante può porsi come punto di riferimento fermo e integro verso i propri alunni”.
Un servizio di supporto psicologico a scuola
Per far fronte ai problemi psicologici in età scolastica, Di Liberto e Finocchiaro hanno attivato un servizio di supporto psicologico nelle scuole. L’iniziativa è partita dall’Istituto E. De Nicola di San Giovanni La Punta dove, in collaborazione con la dirigente scolastica Antonella Lupo, sono stati attivati alcuni servizi professionali e di assistenza tecnica per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza psicologica in prossimità del rientro al scuola.
“Grazie alla scrupolosa attenzione in materia di prevenzione da parte dell’intero staff dirigenziale – raccontano le psicologhe –, nel mese di settembre è stato predisposto uno spazio di informazione, formazione e confronto all’intero personale scolastico al fine di fornire loro i corretti strumenti nella gestione dei vissuti psicologici conseguenti all’epidemia. Inoltre, è stato istituito anche un ‘Servizio di Supporto Psicologico COVID-19’ rivolto agli alunni e all’intera comunità scolastica.
In linea con il Protocollo d’intesa istituito tra l’USR Sicilia e il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi Sicilia – continuano –, il servizio nasce con lo scopo di fornire uno spazio di supporto professionale e di ascolto empatico per affrontare e meglio gestire i vissuti emotivi-relazionali conseguenti ad un accadimento di forte impatto sociale e traumatico come il Covid-19. Il servizio mira alla promozione del benessere psicologico in termini di salute del personale scolastico e degli alunni, offrendo uno spazio di ascolto attivo ed empatico attuo a preservare l’equilibrio psichico e il recupero dell’identità e della sicurezza individuale e collettiva.
Il Servizio è attivo dall’inizio dell’anno scolastico 2020/2021, tuttavia in virtù delle nuove disposizioni ministeriali è stato convertito in modalità online. Nonostante il limite tecnologico, le richieste di supporto e di ascolto sono cresciute in modo esponenziale mettendo in evidenza come questo nuovo semi-lockdown sembri suscitare maggiori ansie e preoccupazioni rispetto al primo. Noi psicologi ci siamo e ci teniamo a ricordare come chiedere aiuto a uno specialista è sintomo di amor proprio, consapevolezza e di bene in primis verso se stessi e nei riguardi di chi ci sta vicino”.