News scuola: il nodo scuole è, fra gli altri, uno dei problemi più urgenti che governo e regioni stanno affrontando. La decisione di alcune regioni di chiudere tutte le scuole e passare alla didattica a distanza non ha lasciato indifferente la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina che ha aperto un confronto con i presidenti di regione e il comitato tecnico scientifico al fine di determinare quando e come si potranno riaprire gli istituti scolastici. La data fissata dopo cui si dovrà stabilire come agire è il 4 dicembre prossimo. Dalla prossima settimana, se i dati saranno positivi, si comincerà a riflettere sulla riapertura.
News scuola: le parole della ministra Azzolina
Proprio in una lettera a La Stampa, la ministra si è rivolta ai ragazzi: “Lasciarvi a casa è una sconfitta, cari ragazzi, riapriremo le scuole. […] Non dovete essere voi a pagare il prezzo più alto di questa emergenza. Le scuole sono un ambiente controllato, ci sono regole severe che vengono rispettate con attenzione anche grazie agli studenti. Le scuole devono stare aperte. Una loro chiusura prolungata rischia di impattare negativamente e a lungo termine sulla formazione, sulla capacità di apprendimento, sui livelli di istruzione. Sull’emotività dei ragazzi”, questo perché “a scuola, e non è retorica, si costruisce il futuro, un futuro che cammina sulle vostre gambe”.
Ma fondamentale è il confronto con tutti gli organi predisposti ad organizzare la situazione in questo momento delicato al fine di chiarire tempi e modalità di una possibile riapertura. La ministra spiega che: “chiusure e aperture degli Istituti scolastici non sono decise dal Ministero dell’Istruzione. Serve un lavoro di squadra, insieme ai responsabili degli Enti locali e a i Presidenti di Regione. Amministratori di cui comprendo le preoccupazioni. Li sto chiamando uno ad uno. Dobbiamo essere tutti d’accordo sul fatto che lasciarvi a casa sarebbe una sconfitta per tutta la comunità”.
Le regioni e i dati dell’Iss
Proprio a tal proposito si sta lavorando per cercare di trovare un accordo univoco. L’Abruzzo ha per adesso rinviato la decisione di chiudere gli istituti scolastici, al contrario di Basilicata, Calabria e Campania, mentre la Valle d’Aosta ha avviato una campagna di screening preventivo per decidere se è il caso o meno di aprire le scuole. Questo per evitare che la situazione possa peggiorare, poiché riaprire le scuole non significa solo mettere gli studenti in classe, ma prevedere anche un maggior afflusso di gente sui mezzi di trasporto, cosa che potrebbe far peggiorare la situazione.
Proprio l’Istituto superiore di Sanità ha presentato lo scorso venerdì un monitoraggio specifico sulle scuole. I grafici dimostrano che durante il periodo di chiusura degli istituti scolastici superiori i contagi nella fascia d’età dai 14 ai 18 anni sono diminuiti, e si legge nel testo redatto: “dal 20 ottobre i dati suggeriscono che i casi tra i bambini e ragazzi non crescano allo stesso ritmo dei casi in età non scolare e che abbiano raggiunto un plateau”. Tuttavia bisogna tener presente che i dati forniti dalle Asl non sono completi e dunque non presentano una piena fotografia del momento.
Inoltre il ministero ha spiegato che la diminuzione dei contagi sarebbe da imputare al fatto che i ragazzi, non andando più a scuola, non sono controllati con la stessa frequenza con cui lo erano durante le prime settimane di lezioni in presenza. I focolai restano comunque pochi, solo il 2.2 percento del totale.