Con il decreto di riordino del MIUR, gli atenei si preparano ad introdurre 6 nuovi corsi di laurea professionalizzanti, in collaborazione con gli Ordini professionali e, al contempo, si dichiarerà chiusa la sperimentazione per i titoli che danno accesso alle professioni di agrotecnico, geometra, perito agrario e perito industriale.
Con l’esplicito intento di dotare l’Italia di un apparato di istruzione orientato direttamente sul lavoro, le lauree triennali professionalizzanti, introdotte nel 2018, vanno ad affiancarsi ai diplomi rilasciati dagli Istituti Tecnici Superiori, in collaborazione col mondo delle imprese. I nuovi corsi si aggiungeranno ai 25 già esistenti negli atenei della penisola, ottenendo per l’offerta formativa un totale di 31 corsi a orientamento professionale.
Nel dettaglio i nuovi corsi di laurea professionalizzanti sono i seguenti:
- Tecniche della protezione civile e sicurezza del territorio (L-7) a L’Aquila;
- Tecnologie digitali per le costruzioni (L-7) alla Federico II di Napoli;
- Costruzioni, infrastrutture e territorio (L-7) a Parma;
- Sistemi industriali e dell’informazione (L-9) alla Politecnica delle Marche;
- Tecnologie alimentari per le produzioni dolciarie (L-26) all’università del Sannio;
- Produzione sementiera e vivaismo (L-25) all’università della Tuscia.
In particolare, i 6 corsi potrebbero confluire in tre classi di laurea previste da un decreto ministeriale di riordino, che è atteso da circa un anno e che sembra ormai in dirittura d’arrivo:
- L-P01 professioni tecniche per l’edilizia e il territorio;
- L-P02 professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali;
- L-P03 professioni tecniche industriali e dell’informazione.
Per quanto riguarda, invece, lo stop ai titoli d’accesso alle professioni di agrotecnico, geometra, perito agrario e perito industriale, il decreto firmato dal ministro Manfredi, che ha già ricevuto il via libera delle commissioni parlamentari competenti, prevede alcune specifiche sull’accesso all’esame di Stato “assicurare il valore legale del titolo ai laureati delle classi professionali di cui al decreto in esame anche ai fini dell’accesso agli esami di Stato per le relative professioni” e, più in generale, il varo di “ogni possibile intervento conseguente l’istituzione delle nuove classi di laurea per evitare sovrapposizioni con l’offerta formativa degli Its con riferimento agli sbocchi occupazionali e professionali”.