Di recente pubblicata l’edizione 2015 del Ranking di Leiden, uno tra i più accreditati per la valutazione della qualità della ricerca scientifica, basato sui dati di Thomson Reuters e condotto su 750 istituzioni in tutto il mondo.
Nella classifica size-dependent, la più adeguata alla valutazione delle Università europee e in particolare degli atenei con un gran numero di pubblicazioni, l’Università di Catania risulta essere in 15 esima posizione per il settore relativo a ” Tutte le Scienze” e 26° nel settore relativo alle collaborazioni.
DETTAGLIO
- Scienze Biomediche e Sanitarie – 18° posizione
- Scienze della Terra – 11° posizione
- Matematica e Informatica – 11° posizione
- Fisica e Ingegneria – 16° posizione
- Scienze sociali e umanistiche – ND
Sulla scena mondiale, per trovare la prima italiana bisogna andare all’Università di Trento (128° posizione) seguita a ruota da Università di Perugia (137°) e Università di Brescia (141°). Catania in 212 esima posizione, avanti in classifica rispetto ai cugini palermitani (246°) e messinesi (238°).
Il ranking di Leiden prende in considerazione solo le pubblicazioni in riviste scientifiche internazionali e in un set di testate – noto come core publications – dal quale sono escluse riviste non in inglese, divulgative e riviste che hanno poche citazioni all’interno di WOS, il database bibliografico/citazionale multidisciplinare edito da Thomson Reuters.
Il ranking propone diversi livelli di lettura, a seconda degli specifici indicatori adottati: Output (pubblicazioni) – Impact (citazioni) – Collaboration (coauthorship). Questi indicatori vengono considerati in due dimensioni: size dependent (numero di…) e size independent (percentuale di….). La prima dimensione è considerabile come criterio di elezione per la valutazione delle Università europee e in particolare degli atenei con un gran numero di pubblicazioni, mentre la seconda mette insieme indistintamente università grandi e piccole.
Il Ranking di Leiden utilizza indicatori bibliometrici avanzati e dati di elevata qualità e non forniti dagli atenei, a garanzia di un trattamento degli stessi uniforme e trasparente.