Ancora una volta, dai laboratori dell’Università di Catania arriva una misura volta a contrastare sul piano scientifico la diffusione del Coronavirus. L’Università degli Studi di Catania e i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno messo a punto “ANTI_COVID-LAB”: un laboratorio per la verifica delle qualità funzionali di tessuti destinati alla realizzazione di mascherine ed altri DPI per la prevenzione del contagio nell’emergenza COVID-19. Il laboratorio fornirà assistenza tecnico-scientifica alle aziende che potranno richiedere di testare tessuti per realizzare mascherine e altri dispositivi medici secondo gli standard previsti dalle normative vigenti.
Il laboratorio “ANTI_COVID-LAB” è stato realizzato in tempi rapidissimi grazie al lavoro di una task-force composta da personale dei due enti con competenze scientifiche e tecniche in diverse discipline ed è collocato all’interno del centro servizi BRIT (Bio-nanotech Research and Innovation Tower) dell’Università di Catania.
I ricercatori dell’Università di Catania e del LNS stanno continuando a lavorare per arricchire e migliorare i servizi offerti alle aziende del territorio.
“Sono davvero impressionato dall’impegno con il quale il personale docente e tecnico amministrativo del nostro Ateneo sta affrontando l’emergenza COVID”, ha dichiarato il rettore Francesco Priolo. “Si tratta di un esempio di interdisciplinarietà in cui l’ingegneria, la chimica, la fisica e la microbiologia collaborano per raggiungere in tempi rapidi un importante traguardo di interesse per la comunità. La vicinanza con l’INFN è stata la chiave per fare massa critica nel territorio e portare a termine una ricerca mirata nel settore della certificazione dei tessuti per dispositivi di protezione individuale”.
“In questo momento di crisi il nostro primo pensiero e le nostre priorità vanno alla salute delle persone – commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN – per questo motivo l’INFN insieme all’Università di Catania si sono mossi da subito per predisporre un laboratorio congiunto anticovid che permettesse di dare un contributo nel fronteggiare l’emergenza sanitaria. Siamo molto orgogliosi della risposta della nostra comunità che in tempi strettissimi e in una situazione molto complicata è riuscita a rendere operativa questa iniziativa”, conclude Zoccoli.
“Abbiamo saputo fare sistema e stiamo dando il nostro contributo in questa emergenza”, dichiara il prof. Salvatore Baglio che su invito del Magnifico Rettore si è occupato di coordinare l’iniziativa. “Ci siamo attivati per identificare le problematiche principali connesse alla realizzazione di mascherine chirurgiche ed il ruolo che l’Università di Catania con le sue competenze e tecnologie avrebbe potuto avere per rendersi utile e dare il proprio contributo a questa emergenza. Abbiamo trovato la risposta entusiastica ed efficientissima dei LNS facendo sistema e riuscendo a mettere a punto l’attrezzatura e la procedure di misura in tempi rapidissimi. Oltre che ai colleghi dei Laboratori Nazionali del Sud, il riconoscimento va dato al prof. Nunzio Tuccitto (Chimica), al dott. Stefano Stracquadanio (microbiologia) ed alla prof.ssa Stefania Stefani (microbiologia) e ai tecnici del BRIT”.
“In pochi giorni – sottolinea Giacomo Cuttone che ha coordinato il gruppo INFN ai Laboratori Nazionali del Sud – le competenze maturate negli scorsi decenni nel campo degli acceleratori e delle tecnologie sottomarine sono state rapidamente riadattate per fornire un servizio alle aziende italiane e siciliane che potranno trovare anche una occasione di riconversione della produzione al servizio del nostro Paese”. “Oltre che ai colleghi dell’Università di Catania il riconoscimento va dato all’ing. Mario Musumeci, all’ing. Andrea Miraglia ed ai tecnici Santi Passarello, Luca D’Antoni e Carmelo Marchetta che hanno lavorato anche durante il fine settimana per mettere a punto gli aspetti meccanici dell’attrezzatura, e con il supporto legale dell’avv. D. Sorelli per la definizione delle procedure certificative”.