Dopo il Festival di Sanremo, la Lega chiede che la conduzione della direzione artistica non ricada per la terza volta su Claudio Baglioni e che vengano modificati i palinsesti musicali delle radio nazionali.
Il deputato del Carroccio Paolo Tiramani, capogruppo vigilanza Rai, ha dichiarato nei giorni scorsi: “Auspichiamo innanzitutto che la conduzione artistica del prossimo Sanremo non ricada per la terza volta su Claudio Baglioni, ma anche che il Festival diventi veramente la kermesse della musica italiana, un programma del popolo e non di una élite di artisti selezionati probabilmente da un ristrettissimo numero di persone“.
In seguito alle dichiarazioni del deputato, è stato elaborato un progetto di legge a prima firma Alessandro Morelli dal titolo “Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana”. Con la proposta di legge si richiede che le emittenti radiofoniche, nazionali e private, riservino almeno un terzo della programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani, incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione.
Inoltre, una quota pari almeno al 10% della programmazione giornaliera verrà riservata alle produzioni degli artisti emergenti e la vigilanza sull’applicazione della legge sarà affidata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che, a seguito di una reiterata inosservanza delle disposizioni, potrebbe disporre la sospensione dell’attività radiofonica da 8 e 30 giorni.
Secondo alcuni dati, citati da Morelli, la quota media di repertorio italiano nelle dieci emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia è inferiore al 23 per cento, diminuita al 10 per cento in alcuni casi limite. La proposta della Lega richiama il sistema delle “quote” già utilizzato dal 1994 in Francia: le emittenti radiofoniche, dall’approvazione della legge Toubon, sono obbligate a trasmettere musica francese per una quota pari almeno al 40 per cento della programmazione giornaliera.
Per Morelli la musica è il racconto della nostra cultura e della nostra vita, per tale ragione, promuovendo la musica italiana si sostiene l’industria della cultura italiana e tutti coloro che ci lavorano. L’obiettivo è puntare sulla nostra musica, dare spazio agli esordienti e tutelare la nostra tradizione.
“La vittoria di Mahmood all’Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica” dice all’AdnKronos Morelli. “Io preferisco aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare” – continua Morelli -. Mi auguro infatti che questa proposta dia inizio a un confronto ampio sulla creatività italiana e soprattutto sui nostri giovani“.
Al Bano condivide la proposta delle Lega, ma rilancia: “Solo una canzone italiana su tre è poca cosa. Almeno sette su dieci“.