È sabato sera. Sul divano di casa propria, si discute sul come passare la serata: “Cena fuori? No, non mi va. Una passeggiata in centro? No, fa freddo, piove. Un centro commerciale? Già ci siamo stati ieri! …E se andassimo al cinema?”.
L’idea brilla nella mente, piace: cosa c’è di meglio dell’immergersi, per un paio d’ore, in un altro mondo, un’altra epoca, un’altra vita? E via che si va, a cercare la programmazione su Google, dove, prima di ogni altro cinema che resta, campeggiano quotatissimi i giganteschi multisala catanesi: 7, 10, 12 sale, innumerevoli titoli tra cui scegliere. Supponiamo, adesso, che questa conversazione si fosse svolta tra gli anni ’70 e ’80.
Niente internet, nessuno o un paio al massimo di multisala. La programmazione, visibile solamente dai cartelloni per strada o tramite lunghissime trasmissioni alla tv. Lunghissime in quanto, a Catania e provincia, non vi erano solamente una decina di cinema tra cui scegliere, ma almeno tre volte di più! C’era solamente l’imbarazzo della scelta: già passeggiando per la Via Etnea si incontravano il Diana, l’Excelsior, l’Odeon, il Lo Po’, fino ad arrivare alla centralissima piazza Stesicoro, dove si trovava il grandioso Olympia.
Un tempo splendidi luoghi, inaugurati tutti tra gli anni ’20 e ’30 del 1900 (l’Olympia addirittura nel 1913), adesso questi cinema, ricchi del loro valore storico, artistico ed emozionale, sono stati rimossi dalla quotidianità collettiva, rimanendo solamente nella memoria; il Diana, chiuso negli anni ’80 dopo una breve conversione a cinema a luci rosse e riaperto in questi ultimi anni, ha fatto posto alla catena Piazza Italia; l’Excelsior giace chiuso ed abbandonato; mentre l’Olympia, anch’esso dagli anni ’80 solamente cinema a luci rosse poi chiuso, è occupato dal nuovo centralissimo luogo di ritrovo catanese, il McDonald’s Stesicoro. Resistono Lo Po’, dal 2003 divenuto multisala, e l’Odeon, cine-teatro e forse ultimo capolavoro artistico esistente a Catania, già chiuso in precedenza ma fortunatamente riaperto.
Ma questi non sono gli unici luoghi che, nel corso degli anni, sono dovuti soccombere alla costante ricerca della modernità: basti pensare che, un tempo, a Catania esisteva la Sala Roma, capolavoro liberty in pieno centro, chiuso anonimamente e tristemente nel 1957 per far posto all’attuale palazzo della Rinascente. Il Metropolitan, oggi solamente teatro, nacque come cine-teatro, ed ebbe anche un periodo da ristorante, come racconta Francesco a LiveUnict: “Come dimenticare il Metropolitan? Un luogo meraviglioso, nel 1964 vi festeggiai il mio matrimonio. Indimenticabile.”. Ultimo ma non per questo meno importante, il grandioso Sangiorgi: classe 1901, soccombe negli anni ’70 alle programmazioni erotiche, fino a che, quasi vent’anni dopo, non viene rilevato dal Teatro Massimo Bellini, dal 2003, riaperto dignitosamente come teatro.
I cinema vanno, ma i ricordi comuni restano: è il caso di Giuseppe C., che condivide con noi alcuni dei suoi ricordi più belli: “Ricordo la coda chilometrica davanti al Lo Po’ per assistere a ‘Il nome della rosa’, i gestori del Capitol che mi chiedevano la carta d’identità per farmi entrare in sala ad assistere a Phenomena (di Dario Argento, VM14), la visione – da unico spettatore in sala – di Nuovo Cinema Paradiso all’Excelsior… Metacinema!”. Giuseppe R., invece, ci parla del cinema Midulla, che andò distrutto da un incendio nel 1979, dove vendevano “fette di limone a 10 lire, le champagnine (gassose) e la tipica calìa e simenza (ceci e semi di zucca) sempre a 10 lire”, seguito da Giuseppe N., che commenta ironicamente “altro che pop corn e patatine!”. Sempre riguardo il cinema Midulla, Marcello L. ricorda la proiezione dei grandi polizieschi, in un clima caratterizzato da “pubblico da stadio, schermo gigante… Era un’esperienza indimenticabile, altro che multisala!”. Continuando a condividere i suoi ricordi, Marcello racconta, infine, di quando al Sangiorgi fu trasmessa la prima assoluta di un film, in quanto “si temeva che successivamente sarebbe caduto nelle forbici della censura, imperante in quegli anni”.
Non basterebbe un solo articolo a raccontare le bellezze perdute che sono i cinema storici di Catania, capolavori artistici andati persi per sempre. Ne resistono pochi, resi “moderni” per far fronte alla richiesta del pubblico, ma sempre più in crisi. Tra di essi, il King, i già citati Lo Po’ e Odeon, l’Ariston, l’Alfieri. Quale sia il destino di questi luoghi per i prossimi anni, non si sa: ora più che mai, i cinema storici di Catania dipendono dalle scelte dei catanesi stessi.
Non ci sono progetti che tengano: gli ultimi cinema stanno sparendo, inghiottiti dai mega multisala fuori città. I megaschermi sovrastano le vecchie glorie di un tempo: si ritornerà mai a camminare per la propria città e a rivedere i trionfi artistici ed architettonici di una volta aperti nuovamente, consentendo alle nuove generazioni di godersi i nuovissimi film immersi in un’atmosfera storica, eterna?