Nel 2017, 428 studenti hanno conseguito la laurea nel dipartimento catanese di Giurisprudenza e, tra questi, gli intervistati sono stati 345. I laureati sono per il 36% uomini mentre circa il 64% sono donne. L’età media di conseguimento del titolo è di circa 27 anni mentre il voto di laurea si aggira attorno al 99/110; la durata del corso di studi è di circa 8 anni.
Molto attivi nelle attività di formazione post-laurea, il 92% degli studenti catanesi ha partecipato ad almeno una di queste attività. Circa l’84% è impegnato in tirocini o praticantati, il 17% ha preferito la collaborazione volontaria e il 18% la scuola di specializzazione. Molto bassi i dati relativi agli studenti che hanno optato per il dottorato (1,2%) e per i corsi di formazione professionale (2,9%).
In merito alla condizione occupazionale: circa il 18% dei laureati lavora mentre c’è un 42,6% non lavora ma cerca e un 40% che non cerca (di cui il 37% è impegnato in un corso di studio o praticantato). Dai dati si rileva che sono più gli uomini a trovare un impiego dopo la laurea (26% circa a fronte di una percentuale femminile che si aggira attorno al 13%). Il 73,3% dei laureati non ha mai svolto un lavoro dopo la laurea mentre il 9% ha lavorato dopo la laura ma è attualmente disoccupato.
Degli intervistati lavorano appena 61: di questi il 26,2% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea mentre un 66% ha iniziato a lavorare solo dopo la laurea. I neo-laureati hanno impiegato più di un mese per iniziare la ricerca del lavoro dopo la laurea e poco più di 3 mesi dall’inizio della ricerca per trovare un impiego. Complessivamente, hanno impiegato in media 4 mesi per trovare lavoro dal momento in cui si sono laureati.
Il 46% degli studenti lavora part-time e solo un 18% è assunto a tempo indeterminato (a fronte di un 34,4% con contratti non standard). La media del numero di ore settimanali di lavoro è 31. Gli studenti che lavorano per conto di privati è di poco superiore al 90% mentre solo un 8,2% è impiegato nel settore pubblico. Il settore che va per la maggiore è quello dei servizi, con l’88% circa degli impiegati; la distribuzione geografica di lavoro vede un 62% di impiegati nelle Isole e il 9,8 all’estero. Il Nord-ovest raccoglie il 21% degli impiegati, il Nord-est solo il 4,9% mentre non risultano impiegati nelle regioni meridionali.
In merito alle retribuzioni, i laureati guadagnano in media 813 euro mensili, ma sono gli uomini che guadagnano di più (879 euro, rispetto ai 745 mensili delle donne). Il 12% dei laureati ha notato un miglioramento dovuto alla laurea nel proprio lavoro e sono tutti concordi nel dire che esso rientri nelle competenze professionali (100%).
Tuttavia il 47,5% non utilizza affatto le competenze acquisite con la laurea, mentre solo un 16% circa afferma di usarle in maniera elevata (rispetto al 36% che le usa in maniera ridotta). Circa il 41% dei laureati crede che la formazione acquisita con la laurea non si affatto adeguata rispetto a quanto richiesto e quasi il 33% la giudica poco adeguata. Il 44% dei laureati lavora in posti nei quali la laurea non è richiesta né utile rispetto al 26% che non vede la necessità della laurea ma che la trova utile.
Se il 52% degli intervistati trova per nulla efficace la laurea per il lavoro che svolge, il 31% crede che invece sia molto utile. In una scala da 1 a 10, la soddisfazione del lavoro svolto è in media 6,3 e circa il 66% degli occupati è in cerca di un’offerta migliore.
Infine i dati della ricerca di lavoro per i non occupati: il 43% ha effettuato una ricerca negli ultimi 15 giorni mentre l’ultima ricerca risale all’intervallo tra 1 e 6 mesi per il 36,6%. C’è anche chi non cerca affatto lavoro: se il 95% afferma di non farlo a causa dello studio, il 2,9 trova che non ci siano opportunità lavorative.