Con una sentenza emessa due giorni fa, il Tar Lazio conferma quanto lo scorso mese di settembre aveva ordinato in via cautelare: l’abolizione del numero chiuso per gli studi umanistici alla Statale di Milano. Esultano i movimenti universitari che lungo si sono battuti per raggiungere un traguardo che potrebbe segnare una svolta anche a livello nazionale.
L’accesso alle facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze dei beni Culturali, Scienze umane, dell’ambiente, del territorio e del paesaggio e Storia, Lingue e letterature straniere e comunque di tutte le facoltà umanistiche dell’ateneo viene sdoganato, di conseguenza entrano di diritto tutti gli studenti che a settembre erano stati ammessi con riserva.
La sentenza dei giudici amministrativi ha considerato come illegittimo quanto deliberato dal senato accademico della Statale per svariati punti. Uno di quelli contestati dagli stessi studenti riguardava lo stesso regolamento interno dell’ateneo, che conteneva una precisa prescrizione alla limitazione degli accessi nelle facoltà diverse da quelle il cui ingresso è gestito a livello nazionale. Innanzitutto, quei corsi di laurea per i quali l’ordinamento didattico preveda l’utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o comunque di posti-studio personalizzati; in secondo luogo i corsi di diploma universitario per i quali l’ordinamento didattico prevede l’obbligo di tirocinio come parte integrante del percorso formativo, da svolgere presso strutture diverse dall’ateneo.
In entrambi i casi la prescrizione non riguarda le facoltà in questione, ragione sulla quale hanno fatto leva le accuse. Sta di fatto che quella emessa dal Tar potrebbe rimanere una sentenza storica, destinata forse a tracciare il solco per un ciclo di riforme che renda libero l’accesso a determinati corsi universitari.