Questa mattina, durante l’incontro “Chirurgia di precisione. Partnership Università e Ospedale” tenutosi nella sala conferenze del Policlinico-Vittorio Emanuele, è stato presentato il robot chirurgico “da Vinci” Xi HD (IS4000). Questa piattaforma, nuova frontiera della chirurgia mininvasiva, è stata recentemente acquistata dall’Università di Catania e verrà adoperato nel blocco operatori dell’edificio 8 del Policlinico, sede del “Centro Alte Specialità e Trapianti” dello stesso presidio ospedaliero.
Il primo intervento che inaugurerà il robot verrà eseguito il 23 aprile, dopo aver termitano il training rivolto ai chirurghi, agli infermieri e agli anestesisti dei reparti di Urologia, Chirurgia pediatrica, Chirurgia generale e Ginecologia.
Il robot da Vinci costituisce la forma più avanzata di chirurgia mininvasiva, subito dopo la laparoscopia. Le mani del chirurgo, infatti, non operano sul paziente in maniera diretta, ma lo fanno manovrando a distanza dei bracci robotizzati Endowrist. I bracci sono collegati ad una consolle chirurgica computerizzata che permette di avere una visione reale in 3D del campo operatorio. Tutto questo consente di realizzare movimenti estremamente precisi, di minimizzare il possibile tremore chirurgico e di migliorare la qualità degli interventi chirurgici. Il robot da Vinci costituisce un notevole aiuto nell’ambito della chirurgia urologica (anche pediatrica), nella chirurgia generale, nella ginecologia, nella cardiochirurgia, nella chirurgia toracica, nella chirurgia trapiantologica ed otorinolaringoiatria. Il dispositivo consente anche di fare formazione: grazie alla doppia consolle e al simulatore ad esso integrato i giovani chirurghi e gli specializzandi potranno svolgere una reale pratica chirurgica e maturare così una buona esperienza.
Grandi sono i vantaggi anche per i pazienti, soprattutto per quel che riguarda il post operatorio con un accorciamento dei tempi di ripresa e una conseguente riduzione dei tempi di degenza. Durante l’intervento si hanno, inoltre, minori perdite ematiche, minore rischio di complicanze e un accorciamento dei tempi di intervento operatorio. In Italia si attendeva da tempo il raggiungimento dei 100 sistemi robotici da Vinci sparsi in tutta la penisola e questo traguardo è stato raggiunto proprio in Sicilia, dove già sono 3 i robot per la chirurgia mininvasiva.
“L’acquisizione del sistema da Vinci – ha dichiarato il rettore Francesco Basile – rappresenta per il nostro Ateneo l’espressione più completa di quella sinergia tra attività didattica, di ricerca e di assistenza, sviluppata con l’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico e, al contempo, una risposta concreta ed efficace alle istanze didattico-formative degli studenti e di aggiornamento dei docenti, ricercatori e medici, attuabili attraverso soluzioni tecnologiche innovative”.
“La piattaforma robotica da Vinci costituisce per la sanità del territorio una risorsa da valorizzare pienamente – ha ribadito il direttore generale del Policlinico-V.E. Salvatore Paolo Cantaro -. Nell’ottica di un piano di efficienza aziendale, obiettivo di questa Direzione è la condivisione di tecnologie innovative con le Aziende sanitarie del bacino territoriale di riferimento, al fine di soddisfare la domanda di bisogno assistenziale che ricopre gli ambiti specialistici indicati. Potranno perciò essere concordati percorsi assistenziali integrati in convenzione, per creare team multi specialistici che possano interagire, rappresentando così un ulteriore passo verso l’eccellenza cui tende la sanità siciliana”.
Il Direttore generale dell’Ateneo Candeloro Bellantoni ha definito il robot da Vinci come “un investimento di grandissima portata – ha continuato – Si pensi, infatti, alle enormi potenzialità derivanti dall’utilizzo del robot, sia per quanto riguarda la formazione dei nostri specializzandi, sia per la sperimentazione di avanzate tecniche chirurgiche, con conseguente occasione per la sanità catanese di divenire, nel campo della chirurgia, un polo di eccellenza della sanità pubblica regionale”. Si tratta, infatti, di uno strumento che consente di avere un’eccellente visualizzazione di reperti anatomici, una maggiore precisione nelle procedure demolitive e una maggiore precisione in quelle ricostruttive.
“Adesso saremo in grado di offrire ai nostri pazienti un nuovo percorso chirurgico di avanguardia -ha dichiarato in fine il prof. Giuseppe Morgia, direttore dell’Uoc di Urologia del Policlinico – Il robot, infatti, consente una maggior facilità di accesso a vie anatomiche particolarmente difficoltose, oltre ad una maggior precisione demolitiva nei confronti dei tumori e riduzione della degenza post-operatoria. E rispetto alla chirurgia laparoscopica tradizionale, ci restituisce una visione tridimensionale magnificata (aumentata fino a 10 volte rispetto alla normale visione del nostro occhio), con un’immagine ferma a garantire la possibilità di eseguire manovre più delicate e complesse”.