Scoppiato a gennaio, il caso “fuorisede”, aveva suscitato l’attenzione dei media e di chi sperava che venisse finalmente approvato, con la nuova legge elettorale, il voto di mobilità.
Sono 286 mila i giovani, studenti e non, che non si trovano nella propria regione per motivi di lavoro e di studio, non considerando poi i 25 mila studenti erasmus, che ogni anno trascorrono parecchi mesi all’estero. Come si può ignorare che quasi il 20% del corpo studentesco non abbia la possibilità di votare? In questo caso non si tratta di astensionismo, dato che i fuorisede potranno votare solo recandosi nella propria città. La nuova legge elettorale sembra stia negando ogni spiraglio di luce per i fuorisede: con l’Italicum non avranno difatti la possibilità di votare, così si è espresso Alberto Campailla, portavoce nazionale di LINK- Coordinamento Universitario: «A causa della bocciatura di tale emendamento non verrà restituito a migliaia di studenti e lavoratori uno dei diritti civili più importanti, ossia quello di voto». La soluzione, proposta dagli studenti, era rappresentata l’Early Vote: i fuorisede avrebbero difatti potuto votare anticipatamente, di preciso 20 giorni prima delle elezioni, nella prefettura di domicilio o per corrispondenza.
Tuttavia i fuorisede non si arrendono, hanno prima provato a reagire con la petizione del comitato “Io voto fuori sede”, e adesso promettono di scendere nelle piazze italiane ed europee per ottenere il diritto di voto alle prossime elezioni europee e amministrative.