All’Università mancano i fondi per finanziare sogni e progetti di moltissimi studenti italiani. Hai diritto ad ottenere la borsa di studio ma ti trovi comunque senza un soldo in tasca. Cosa vuol dire?
Bisogna intanto precisare che vi è una differenza tra studenti idonei e beneficiari: i primi sono gli studenti che posseggono i requisiti necessari – principalmente legati la reddito – per ottenere la borsa di studio, mentre beneficiari sono coloro che effettivamente ricevono il contributo economico a cui hanno diritto. Qui si pone il problema: essere idoneo non vuol dire essere automaticamente beneficiario, perché il nostro paese non è in grado di provvedere alla copertura finanziaria per tutti gli studenti per l’appunto idonei.
Negli anni la tendenza ha subito un andamento altalenante, i fondi stanziati per le borse di studio hanno sempre subito crescite e ricadute fino ad arrivare alla situazione attuale. Parlando di numeri, nel 2002 vennero investiti 307 milioni di euro, e il fondo continuò a crescere fino al raggiungimento, nel 2010, di quota 492 milioni di euro. Da li in poi, però, la rotta cambia drasticamente e nel 2017 vengono stanziati 219 milioni di euro. Anno nero per l’Università italiana è stato comunque il 2015-2016, in cui 35 mila idonei sono stati tagliati fuori dal diritto a ricevere la borsa di studio a causa delle modifiche apportate all’indicatore Isee.
La situazione non è univoca per tutte le regioni italiane. Infatti, diverse regioni sono state costrette ad attingere ai Fondi Sociali Europei nel tentativo di erogare quante più borse possibili, e i singoli atenei hanno inoltre dovuto e devono ancora oggi cercare soluzioni diverse per colmare il gap. Esiste dunque una notevole differenza fra l’erogazione delle borse da un ateneo all’altro e da una regione all’altra. Una buona notizia arriva però per gli studenti siciliani: in base alla ripartizione del Fis per il 2017, le regioni meridionali ottengono un aumento del 40% e una quota di 25 milioni di euro.
Il problema legato alle borse di studio è legato forse all’individuazione degli aventi diritto piuttosto che ai fondi. In Italia infatti gli studenti borsisti non superano il 9,85%, nemmeno 1 su 10 del totale degli iscritti, percentuale drasticamente minore rispetto ad altri paesi europei: in Spagna i borsisti sono il 30% del totale degli iscritti, in Francia il 39% ed in Finlandia addirittura il 72%.