Si tratta di una scoperta sensazionale quella portata alla luce dall’équipe di archeologici e tecnici del Parco Archeologico di Selinunte. L’impiego di morderne tecniche di geomorfologia e archeologia, coadiuvate dall’utilizzo di una termo camera ad alta sensibilità termica, infatti, hanno reso possibile il ritrovamento di una città di origini greche risalente a circa 2700 anni fa.
Ad annunciarlo è stato Enrico Caruso, direttore del Parco Archeologico di Selinunte nel Trapanese, il quale ha comunicato il risultato di lunghi studi e ricerche che avrebbero condotto alla scoperta di ambienti naturali e antropici al di sotto dell’area del parco.
“È come se si scoprisse una Pompei antica antecedente a quella che oggi vediamo e che possiamo visitare – ha spiegato Pambianchi, presidente Nazionale dei Geomorfologi e Coordinatore del gruppo di ricerca dell’Università di Camerino – perché a Selinunte siamo riusciti a filmare con la termocamera in sostanza gli ambienti naturali dei primi insediamenti, dunque una realtà non ancora venuta alla luce, ma che è sotto”.
Ma non solo, i ricercatori hanno anche rinvenuto un’effigie di Ecate, divinità di origine pre-indoeuropa che venne poi accolta nella tradizione greca nelle vesti di dea che regnava sui demoni malvagi, sulla Luna e sulla notte. “Abbiamo rinvenuto anche – dichiara Enrico Caruso – vasi corinzi, oggetti ornamentali, statue ed addirittura un flauto sempre dell’epoca greca. Abbiamo poi ricostruito in 3D le case risalenti all’epoca classica ed ellenistica, dopo la distruzione del 409 a.C. e riprodotto virtualmente la facciata del Tempio Y, in stile dorico, circondato da colonne, il più antico tra quelli selinuntini”.