In questi giorni, sul web, viene ricordato il giovane ricercatore, Giulio Regeni, torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio di due anni fa. L’iniziativa, che deve ancora essere presentata e promossa dalla ministra Fedeli, lanciata dall’università è quella di istituire una borsa di studio, in ogni ateneo, a nome di Regeni. Anche l’Università di Cambridge, dove il giovane Giulio svolgeva il dottorato, parteciperà al progetto.
Il 15 gennaio 2016, Giulio Regeni stava festeggiando in un bar del Cairo, luogo in cui si trovata per realizzare la tesi di dottorato, il suo compleanno. A distanza di dieci giorni non si ebbero più sue notizie. Il cadavere venne ritrovato il 3 febbraio e si potevano ancora leggere i segni delle torture a cui fu sottoposto. Il corpo si trovava sotto un cavalcavia dell’autostrada per Alessandria (a 25 chilometri dal Cairo).
Pochi giorni fa, l’università inglese, in cui Regeni svolgeva il dottorato, ha assicurato di volere ricordare, anche per questo secondo anniversario di morte, il ricercatore italiano con una fiaccolata e promuovere il progetto in arrivo della borsa di studio dedicata a Giulio.
In Italia, invece, lo si vuole ricordare istituendo una borsa di dottorato intitolata a suo nome. Gaetano Manfredi, rettore della Federico II di Napoli e presidente della Conferenza dei rettori italiani, ha affermato la volontà delle università italiane di voler partecipare a questa iniziativa, che giovedì sarà votata nell’assemblea dei rettori. L’obiettivo è quello di introdurre questa borsa di dottorato già a partire dal prossimo bando di corso per i dottorati.