
foto Acireale Social
Dopo quasi trent’anni di silenzio, il cratere di Nord-Est dell’Etna torna a farsi notare con un evento spettacolare. Le fontane di lava e le emissioni di nube eruttiva hanno ridato vita al più anziano dei crateri sommitali del vulcano, regalando uno spettacolo che ha tenuto tutti coloro che vivono ai piedi del vulcano con lo sguardo rivolto verso la cima per ammirarlo. Per decenni, il Nord-Est ha vissuto fasi di calma relativa, alternando solo sporadiche attività stromboliane a tentativi di risveglio mai conclusi. Ora, invece, è tornato protagonista, regalando agli studiosi e agli appassionati un vero spettacolo naturale nel cuore dell’Etna, tra energia, colori e il fascino unico della lava incandescente che scorre.
A raccontare il nuovo episodio è il vulcanologo dell’Ingv-Osservatorio etneo di Catania, Boris Behncke, che sui social ha descritto con tono ironico e affettuoso l’improvviso risveglio del Nord-Est: “Alla fine ce l’ha fatta, questo vecchietto di cratere di Nord-Est, e ha fatto un po’ di fontane di lava, vere fontane di lava, quindi un parossismo, il suo primo dopo quasi 28 anni“. Un evento quello di questi ultimi giorni, che rompe quindi una lunga fase di quiete relativa. Come ricorda lo stesso Behncke, il cratere ha mostrato solo sporadiche attività stromboliane sul fondo craterico: “Per molti anni era quello che non faceva altro che brontolare un po’ in profondità, alcune volte faceva anche un’attività stromboliana un po’ più intensa sul fondo craterico, ma niente di più. Due volte sembrava volesse partire – il 18 maggio 2016 e il 12 settembre 2019 – ma poi è partita la Voragine e lui si è arreso. Mi piaceva dire ‘tanto ormai il Nord-Est non riesce più a fare parossismi’, giusto per stuzzicarlo. Nel frattempo il suo fratello minore, il Sud-Est, ha fatto più di 100 parossismi solo negli ultimi 15 anni, la Voragine si è pure data da fare alla grande, e persino la Bocca Nuova è riuscita a farne uno – purtroppo invisibile causa maltempo – il 10 novembre 2024″.
Il cratere di Nord-Est rappresenta una pagina fondamentale della storia recente dell’Etna. Nato nel 1911 alla base nord-orientale dell’allora cono centrale, ha registrato la sua prima attività eruttiva nel 1917 con una fontana di lava, seguita da un’altra nel 1918. Tra il 1977 e il 1978 diventa protagonista di una sequenza intensa di fontane di lava e colate, introducendo i cosiddetti parossismi a raffica, un fenomeno allora considerato eccezionale.
Dopo aver mantenuto per oltre quarant’anni il primato di punto più alto del vulcano, superato solo nell’estate del 2021 dal cratere di Sud-Est, il Nord-Est ha alternato fasi di calma e improvvisi risvegli: dai parossismi del 1980 e 1981, al potente evento del 24 settembre 1986, fino all’ultimo episodio isolato del marzo 1998. Il recente ritorno all’attività segna dunque non solo un nuovo capitolo eruttivo, ma anche il riaffacciarsi sulla scena di un cratere che ha contribuito in modo decisivo a definire il comportamento dell’Etna così come lo conosciamo oggi.
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