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Scuola, nel 2026 aumenti per docenti e ATA: gli importi

Scuola, rinnovo contratto 2022-2024: aumenti fino a 144 euro al mese per docenti e 105 per ATA, arretrati e tabelle degli stipendi.

È arrivato il via libera definitivo al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-2024 per il personale della scuola. Dopo l’approvazione della Corte dei Conti, nella giornata di ieri, oggi è arrivata anche la firma definitiva dei sindacati, che rende l’accordo pienamente operativo. Con il nuovo contratto partono aumenti medi in busta paga da 144 euro lordi al mese per i docenti e da 105 euro lordi al mese per il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario).

L’intesa era stata raggiunta già lo scorso novembre, ma per entrare in vigore necessitava dei passaggi formali di certificazione. A sottoscrivere il contratto sono state Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief, mentre la Flc Cgil ha scelto di non firmare, giudicando le risorse stanziate insufficienti e denunciando l’assenza di un percorso chiaro per la stabilizzazione dei precari.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha accolto con soddisfazione la chiusura dell’accordo, sottolineando che “ci sono tutte le premesse per chiudere il più presto possibile anche il contratto del triennio 2025-2027”, con l’obiettivo di recuperare i ritardi accumulati nei rinnovi contrattuali

Quanto aumenta lo stipendio degli insegnanti con il nuovo contratto: le tabelle

Gli aumenti previsti dal nuovo Ccnl non riguardano solo la scuola. Anche il personale universitario e della ricerca beneficerà di incrementi retributivi: circa 141 euro lordi al mese per i dipendenti delle università, 211 euro per gli enti pubblici di ricerca e 173 euro mensili per il personale degli istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam).

Per quanto riguarda la scuola, le tabelle complete degli aumenti sono disponibili sul sito dell’Aran, l’Agenzia che rappresenta lo Stato nelle contrattazioni. Gli importi variano in base alla categoria di appartenenza e all’anzianità di servizio.

Alcuni esempi aiutano a comprendere meglio l’impatto del nuovo contratto sugli stipendi:

  • un docente laureato delle scuole superiori con oltre 35 anni di anzianità riceverà un aumento di 185,31 euro lordi al mese;
  • un insegnante della scuola primaria con meno di nove anni di servizio avrà un incremento di 110,12 euro lordi mensili;
  • un docente della scuola secondaria di primo grado con un’anzianità compresa tra 15 e 20 anni vedrà aumentare lo stipendio di 144,62 euro lordi al mese.

Si tratta, in tutti i casi, di importi lordi, sui quali incidono quindi le imposte e i contributi previdenziali.

Gli aumenti stabiliti dal nuovo contratto sono validi retroattivamente dal 1° gennaio 2024. Questo significa che il personale avrà diritto anche agli arretrati, che verranno corrisposti come somma una tantum.

Per gli insegnanti, l’importo degli arretrati si aggira intorno ai 1.950 euro, mentre per il personale ATA si parla di circa 1.400 euro complessivi. Una boccata d’ossigeno attesa da tempo, anche se per molti lavoratori non sufficiente a compensare la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione degli ultimi anni.

I sindacati: “Ora subito il prossimo rinnovo”

Sul fronte sindacale, il dibattito resta acceso. La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha auspicato una rapida chiusura anche del contratto 2025-2027, che avrebbe dovuto entrare in vigore già all’inizio di quest’anno.

Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ha riconosciuto che le risorse messe a disposizione “sono esigue rispetto all’inflazione del triennio”, chiedendo però un impegno politico concreto per destinare ulteriori fondi al comparto scuola nelle prossime leggi di bilancio.

Più soddisfatto il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, secondo cui la firma del contratto rappresenta “un passaggio necessario e responsabile”. Un contratto ponte, ha spiegato, che consente di riallineare i rinnovi e di aprire immediatamente le trattative per il triennio successivo, evitando ulteriori ritardi che il personale scolastico “non può più permettersi”.

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