A partire dal 2026, l’assegno di inclusione subirà modifiche significative, sia nell’importo che nelle modalità di erogazione. Le nuove regole, che riguardano le famiglie beneficiarie e i centri di assistenza fiscale (CAF), sono pensate per rendere il sistema di sostegno economico più sostenibile e responsabile.
Le novità per il nuovo anno
Una delle principali novità riguarda la riduzione dell’importo dell’assegno nel primo mese di erogazione, che sarà dimezzato. Questa misura è stata introdotta per prevenire abusi e garantire un uso più consapevole delle risorse pubbliche. Solo se non vengono riscontrate irregolarità nel primo mese, l’importo dell’assegno tornerà a essere erogato nella sua interezza. Un’altra importante novità riguarda la sospensione dell’assegno in caso di mancato rispetto delle condizioni stabilite, come la partecipazione a percorsi di inclusione sociale o ad attività lavorative. Dal 2026, non sarà più possibile sospendere l’assegno già dal primo mese, ma i controlli sul rispetto di tali condizioni diventeranno più rigorosi nei mesi successivi.
Il nuovo ruolo del CAF
I centri di assistenza fiscale (CAF), che sono il primo punto di riferimento per la domanda e la gestione dell’assegno di inclusione, dovranno aggiornare le loro procedure e comunicazioni per offrire un supporto chiaro e trasparente. Tuttavia, molte segnalazioni evidenziano che, al momento, non tutti i CAF stanno informando correttamente i cittadini riguardo le novità introdotte, aumentando il rischio di errori e ritardi nell’erogazione del beneficio.
Le modifiche previste per il 2026 fanno parte di un processo di revisione volto a rendere questo strumento più sostenibile nel tempo. Per evitare disagi e incomprensioni, è essenziale che i beneficiari si informino con attenzione e si rivolgano ai CAF che sono aggiornati sulle nuove disposizioni. Solo in questo modo si potrà garantire un accesso corretto e tempestivo a questa fondamentale forma di supporto economico e sociale.












