In arrivo dal Governo un nuovo pacchetto di modifiche alla manovra economica, per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro, destinato principalmente alle imprese. Questi fondi saranno utilizzati per interventi mirati, come il rifinanziamento del programma Transizione 5.0 e il potenziamento delle Zone economiche speciali (Zes). La riorganizzazione delle risorse comporterà , tuttavia, una temporanea riduzione del finanziamento previsto per il Ponte sullo Stretto.
Queste ultime novità sono state riferite dai componenti di maggioranza e opposizione della Commissione bilancio del Senato al termine dell’Ufficio di presidenza a cui ha preso parte anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
La riprogrammazione dei fondi
A confermare anche il senatore FdI Guido Quintino Liris: “ci sarà una riprogrammazione. C’è un ritardo di questi procedimenti – ha spiegato  – dovuto al fatto che alcune situazioni dovranno vedere delle riprogrammazioni per il fatto che per un anno non si è potuto parlare per ovvi motivi legati all’ambito giudiziario”.
Dal Ministero dei Trasporti arrivano chiarimenti sulle ragioni del ricollocamento, con l’assicurazione che il ministro Matteo Salvini è deciso a portare avanti la realizzazione del Ponte sullo Stretto e si impegnerà al massimo per accelerare l’inizio dei lavori. “Il governo ha garantito la copertura finanziaria per l’opera: a causa dell’intervento della Corte dei Conti, sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti: per questo, i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato”, si legge in una nota.
Nessun definanziamento in vista
“Non c’è alcun definanziamento del ponte sullo Stretto di Messina, come ha confermato il ministero delle Infrastrutture”, ha dichiarato amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, all’Ansa. “Si tratta di un dovuto adeguamento e allineamento temporale della copertura finanziaria al nuovo cronoprogramma realizzativo, conseguente alla mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo”. In altre parole, si tratta da modifiche dettate dalla nuova tabella di marcia, necessaria dopo i rilievi dei magistrati contabili.












