Pagare per fare una preghiera a Sant’Agata. Ăˆ stata questa la sorpresa per molti, nel tentativo di recarsi in Cattedrale per fare visita alla Santa Patrona. Il nuovo percorso turistico attivato, Artecclesiae Catania, non parte nel migliore dei modi, con molte perplessitĂ e modalitĂ poco chiare e non indicate online.
Il ticket è richiesto a chi non è residente, mentre resta libero per chi vive a Catania. Pagando, si dĂ accesso a servizi aggiuntivi e al percorso turistico integrato. Tuttavia, è risaputo come i devoti e i fedeli di Sant’Agata sono sparsi sia in tutta la provincia etnea che in tutta Italia e in tutto il mondo. Sembrerebbe, quindi, che ci sia una distinzione tra chi entra per usufruire del percorso turistico e chi per pregare.
Al momento, facendo un giro online, non si trovano indicazioni su queste modalitĂ d’ingresso. Sui social i catanesi non residenti esprimono il proprio dissenso ma anche i residenti stessi che si chiedono se devono mostrare la carta d’identitĂ ogni qualvolta vogliano recarsi in chiesa. C’è chi, invece, afferma che ciĂ² avviene anche in tanti altri luoghi d’Italia e del mondo, approvando, così, la misura in modo da valorizzare il turismo e fare cassa con esso.
Non una buona partenza, dunque, in attesa di chiarimenti e piĂ¹ pubblicizzazione riguardante questa novitĂ .













