
In arrivo oltre 6 milioni di euro per le istituzioni universitarie e di ricerca della Sicilia, che si sono aggiudicate 5 progetti nel terzo bando del Fondo Italiano per la Scienza (Fis 3). Il programma farà parte di un programma volto a sostenere la ricerca di base più innovativa. A livello nazionale, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha esaminato oltre 5.000 proposte, selezionandone 326 per un investimento complessivo superiore a 432 milioni di euro.
Per la Sicilia, il finanziamento totale di 6.278.787,44 euro è distribuito su tre principali aree disciplinari: Life Sciences, Physical Sciences and Engineering, e Social Sciences and Humanities. Nel settore Life Sciences, sono destinati 3.664.150,54 euro, suddivisi tra le università siciliane: 1.293.120 euro per l’Università di Messina, 1.271.657,06 euro per l’Università di Palermo e 1.099.373,48 euro per l’Università di Catania. Per il settore Physical Sciences and Engineering, l’Università di Palermo riceverà 1.558.948,26 euro.
Ammonta a 1.055.688,64 euro lo stanziamento nel settore Social science and humanities che sostiene un progetto presentato dall’Università di Catania. Per quanto riguarda il profilo dei vincitori in Sicilia, dei 6.278.787,44 euro totali, 4.985.667,44 euro sono destinati a 4 progetti presentati da ricercatori emergenti, finanziati nella categoria Starting Grant. Infine, 1.293.120 euro sono destinati a sostenere un progetto di studiosi in carriera, che rientra nella categoria Consolidator Grant.
“La ricerca è un motore potente di crescita e sviluppo. Congratulazioni ai ricercatori della Sicilia che si sono aggiudicati il bando FIS3: il Paese è al vostro fianco perché siete voi a dare energia all’innovazione. State trasformando idee ambiziose in progetti capaci di aprire nuove strade per il futuro. Le vostre intuizioni sono il cuore dell’innovazione”, queste le dichiarazioni del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. “Oggi questo motore torna a muoversi con decisione grazie a risorse concrete, strategie chiare e a una rete di centri d’eccellenza dove la conoscenza si traduce in progresso e impresa. Con la legge di Bilancio garantiamo finalmente continuità e stabilità ai finanziamenti, dentro una visione che guarda all’Europa e alla cooperazione internazionale. Il nuovo Fondo unico per la ricerca – ha aggiunto Bernini – offre certezze ai ricercatori: criteri trasparenti, bandi pubblicati entro il 30 aprile e risorse definite. Nel 2025 parliamo di 460 milioni, a cui si aggiungono 150 milioni destinati ai Prin, ora bandi annuali con dotazione minima garantita. Un passo decisivo per dare alla ricerca italiana il tempo, gli strumenti e la stabilità necessari per generare innovazione e futuro”.
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