Si attende con ansia l’incremento economico per circa 1,3 milioni di dipendenti del comparto Scuola, Istruzione e Ricerca. Questa la cifra stimata dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024, firmata il 5 novembre 2025. Si ricorda chq questo nuovo accordo, siglato allโARAN, รจ ora in fase di esame da parte della Corte dei Conti. Una volta completata la registrazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il contratto entrerร ufficialmente in vigore, consentendo cosรฌ lโerogazione degli aumenti stipendiali previsti e degli arretrati dovuti ai lavoratori.
Secondo le stime fornite dal sindacato Anief, gli arretrati potrebbero variare tra 900 e 1.800 euro per ogni dipendente, se erogati entro dicembre 2025. Tuttavia, se il pagamento dovesse slittare al 2026, lโimporto potrebbe aumentare ulteriormente.
Tra arretrati e aumento stipendi
Previsti dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro aumenti in busta paga per il personale scolastico, ma anche per i dipendenti dei comparti Istruzione e Ricerca, insieme agli arretrati che riguarderanno il periodo tra gennaio 2024 e dicembre 2025.Le cifre spettanti a copertura dellโarretrato per gli incrementi retributivi previsti dal nuovo CCNL, variano in base al profilo e allโanzianitร di servizio e, stando a quanto riporta Anief, si aggirano attorno ai seguenti importi:
- tra 900 e 1.400 euro netti per il personale docente;
- tra 850 e 1.200 euro per il personale ATA;
- tra 1.200 e 1.790 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA).
Le date ufficiale ed eventuali slittamenti
Una volta conclusa la verifica da parte della Corte dei Conti si avranno circa 30 giorni per procedere, con l’ipotesi che i versamenti avvengano entro dicembre 2025.
Tuttavia lโerogazione potrebbe slittare a febbraio 2026. In questo caso, gli arretrati verranno tassati secondo il regime agevolato della tassazione separata, che prevede un’aliquota IRPEF media piรน bassa rispetto a quella ordinaria e non include le addizionali regionali e comunali. Pertanto, se il pagamento dovesse slittare all’inizio del prossimo anno, gli arretrati potrebbero subire un incremento di 80-100 euro rispetto a quanto previsto per il pagamento entro la fine del 2025.











