
Assegno unico 2026: A partire dal 2026, l’assegno unico e universale per i figli a carico subirà un leggero incremento dei valori, in linea con l’adeguamento all’inflazione. Dopo i rialzi significativi osservati tra il 2023 e il 2024, causati dall’impennata dei prezzi post-Covid, le previsioni indicano per il 2025 un’inflazione pari all’1,6%, parametro che determinerà i nuovi importi dell’assegno e le soglie Isee corrispondenti. Le cifre maggiorate entreranno in vigore dalla prima mensilità del 2026, con i rimborsi relativi a gennaio corrisposti a partire da marzo.
Le famiglie con Isee più alto, fino a 46.720,53 euro, riceveranno un assegno pari a 58,5 euro, in aumento rispetto ai 57,5 euro del 2025. Per gli Isee più bassi, fino a 17.520,19 euro, l’importo salirà a 204,4 euro (contro i 201 euro dello scorso anno). Per la fascia intermedia tra 21.725,06 e 21.841,84 euro l’assegno ammonterà a 182,8 euro (da 179,7), mentre tra 26.163,51 e 26.280,30 euro si arriverà a 160,6 euro (contro i 157,9 euro del 2025). Questi adeguamenti consentono un aumento graduale e sostenibile, pur mantenendo il sistema equo e proporzionato alla condizione economica dei nuclei familiari.
L’assegno unico 2026 prevede anche maggiorazioni per specifiche condizioni. I figli non autosufficienti riceveranno 122,7 euro (da 120,6), quelli con disabilità grave 111 euro (da 109,1), e con disabilità media 99,4 euro (da 97,7). Alle madri con meno di 21 anni spetterà un incremento di 23,4 euro (da 23). Inoltre, le integrazioni per figli successivi al secondo varieranno tra 99,4 euro per le famiglie con Isee più basso e 17,5 euro per le fasce più alte. Il bonus al secondo percettore di reddito passerà a 35 euro per la fascia minima, con riduzioni progressive per gli scaglioni superiori.
L’assegno unico universale è destinato alle famiglie con figli a carico fino a 21 anni, senza limiti di età per i figli disabili, e varia in base all’Isee 2026, al numero di figli e a eventuali situazioni di disabilità. Non sarà necessario presentare una nuova domanda se la richiesta precedente non è decaduta, revocata o respinta. Per determinare l’importo corretto, occorrerà presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) entro il 30 giugno 2026.
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