Per l’intera giornata di venerdì 3 ottobre 2025, l’Italia si prepara a un sciopero generale nazionale che coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati. A proclamarlo sono stati i sindacati Usb e Cgil, in risposta all’attacco subito dalla Global Sumud Flotilla, una missione civile che trasportava anche cittadini italiani diretti verso Gaza. Entrambe le sigle hanno denunciato la gravità dell’episodio, definendolo una violazione dei principi internazionali e costituzionali, oltre che un crimine contro persone inermi. L’Usb ha diffuso lo slogan “Blocchiamo tutto”, mentre il segretario Cgil Maurizio Landini ha sottolineato come sia “grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratori e lavoratrici in acque internazionali senza garantire la loro sicurezza”.
Le motivazioni della mobilitazione
Lo sciopero è stato indetto per solidarietà verso la Flotilla e per richiamare l’attenzione sul conflitto in Medio Oriente, in particolare sulla situazione a Gaza. La Cgil ha specificato che la mobilitazione è legata non solo alla difesa dei civili coinvolti, ma anche alla salvaguardia dei valori costituzionali italiani, che impongono il rispetto del diritto internazionale. Durante la protesta saranno comunque garantiti i servizi essenziali, come previsto dalle regolamentazioni di settore, per limitare l’impatto sui cittadini.
La reazione del governo e l’ipotesi di precettazione
In serata, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha fatto sapere che il ministro Matteo Salvini, anche nella veste di vicepremier, sta valutando la possibilità di ricorrere alla precettazione per ridurre i disagi. Secondo la nota del Mit, la Commissione di Garanzia sugli scioperi ha già rilevato che le motivazioni addotte dai sindacati non rientrano tra i casi che giustificano deroghe ai tempi di preavviso. Salvini ha dichiarato che “non è accettabile che una minoranza irresponsabile possa danneggiare milioni di italiani”, evidenziando l’intenzione del governo di bilanciare il diritto di sciopero con la tutela dei cittadini e della continuità dei servizi.













