
La Sicilia è sesta in Italia con 4.526 operazioni sospette nel 2025, Palermo e Catania al vertice regionale. Nei primi sei mesi del 2025, la Sicilia si conferma una delle regioni italiane con il più alto numero di segnalazioni per operazioni sospette legate al riciclaggio di denaro e al finanziamento illecito. Con 4.526 casi registrati, l’isola si posiziona al sesto posto a livello nazionale, in una classifica guidata dalla Lombardia (14.815), seguita da Campania (10.439), Lazio (7.784), Emilia Romagna (5.519) e Veneto (5.123). A fornire il quadro aggiornato è Gabriele Urzì, dirigente nazionale della FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani) e responsabile Salute e Sicurezza della Fabi Palermo. Secondo Urzì, il fenomeno del riciclaggio resta una minaccia costante per l’integrità del sistema economico e finanziario, e l’Italia continua a intensificare le attività di controllo e contrasto. Ma quali sono i numeri in Sicilia? Ecco una panoramica completa sul fenomeno che continua a far tremare i confini tra legalità e criminalità economica.
A livello provinciale, la Sicilia mostra un panorama variegato ma tendenzialmente omogeneo nel segnalare operazioni sospette. Palermo guida la classifica con 1.346 segnalazioni, seguita da Catania con 1.084. Un dato che evidenzia la concentrazione delle attività sospette nei due poli economico-finanziari più rilevanti dell’isola, dove maggiore è il flusso di denaro e il rischio di infiltrazioni.
Seguono Messina (531), Agrigento (352), Trapani (345), Siracusa (343), Ragusa (270), Caltanissetta (173) ed Enna (82), l’unica provincia sotto le 100 segnalazioni. Questi dati confermano che il fenomeno del riciclaggio non è confinato alle grandi città, ma si distribuisce anche nei centri di dimensioni medie e piccole, spesso più vulnerabili alla pressione della criminalità organizzata.
“Il monitoraggio del territorio deve essere costante e capillare,” spiega Urzì, che invita le istituzioni a non sottovalutare le zone meno esposte mediaticamente, ma comunque interessate da flussi illeciti che sfruttano la mancanza di controlli o la complicità di soggetti locali.
Il quadro nazionale mostra una crescita significativa delle operazioni sospette: 80.930 segnalazioni nei primi sei mesi del 2025, pari a un aumento del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un dato che testimonia, da un lato, un rafforzamento degli strumenti di controllo e della collaborazione tra enti, ma anche una crescente attività criminale nei settori finanziari e commerciali.
La maggior parte delle segnalazioni riguarda ipotesi di riciclaggio (80.751 casi), ma non mancano quelle relative a finanziamento del terrorismo e, in misura molto più ridotta, a programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa . Questi numeri, sebbene minimi, mostrano come il sistema finanziario possa essere utilizzato anche per scopi geopoliticamente sensibili, che travalicano la criminalità locale e sfociano in scenari di rilevanza internazionale.
Le segnalazioni provengono in prevalenza da banche e poste italiane, che insieme rappresentano il 56,4% del totale. Ma crescono anche i contributi da operatori del gioco e delle scommesse, istituti di pagamento e soprattutto dai prestatori di servizi legati alle cripto-attività, un settore ancora difficile da regolare ma sempre più monitorato.
Le banche mantengono un ruolo centrale nel contrasto al riciclaggio. Grazie ai sistemi di monitoraggio automatico e all’esperienza dei propri operatori, gli istituti di credito rappresentano la prima linea di difesa contro le operazioni illecite. Tuttavia, la crescente complessità del settore finanziario impone un salto qualitativo anche nel modo in cui le informazioni vengono analizzate e interpretate.
“Un impulso decisivo potrà arrivare dall’uso di strumenti di monitoraggio qualitativo più sofisticati da parte dell’unità centrale della Banca d’Italia”, afferma Urzì, sottolineando l’importanza di algoritmi intelligenti, analisi predittiva e collaborazione tra banche, magistratura e forze dell’ordine.
Le nuove tecnologie finanziarie, come le criptovalute e le piattaforme digitali di pagamento, stanno cambiando le regole del gioco. Pur offrendo opportunità di innovazione e inclusione finanziaria, queste tecnologie possono essere facilmente sfruttate da reti criminali per rendere più difficile il tracciamento dei fondi.
Il settore dei giochi e delle scommesse – in particolare online – si conferma come area ad alto rischio, con una crescente attenzione da parte dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). La commistione tra anonimato, grande quantità di denaro in transito e la facilità di aprire conti gioco rende questo ambito particolarmente sensibile.
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