
Secondo gli ultimi dati raccolti la retribuzione iniziale dei giovani neolaureati italiani al primo impiego si aggira intorno ai 30.500 euro annui, registrando così un incremento del 5,4% rispetto al 2021. Questi dati provengono dalle ultime ricerche condotte della Total Remuneration Survey, condotta da Mercer. La società internazionale ha esaminato, quindi, le tendenze salariali relative a 2.700 posizioni lavorative in quasi 700 imprese attive in Italia. Le aziende coinvolte nello studio hanno un fatturato medio di 969 milioni di euro e contano circa 1.700 dipendenti ciascuna.
Dallo studio emerge che tra i settori con le retribuzioni iniziali più alte ci sono il settore Life Science, con una media di 33.000 euro (+8% rispetto alla media nazionale), e il settore Energy, con 32.167 euro (+5% rispetto alla media). Mentre Manifatturiero, High tech e Servizi non finanziari presentano valori inferiori (rispettivamente -1%, -1% e -8% rispetto alla media italiana).
Da quanto emerso i giovani neolaureati italiani continuano a posizionarsi tra i Paesi con le retribuzioni iniziali più basse, superando soltanto i colleghi spagnoli, con 28.500 euro, e quelli polacchi, con 16.675 euro. In testa alla classifica si trovano invece la Svizzera, con uno stipendio medio di ingresso di 86.722 euro, seguita dalla Germania con 53.300 euro e dall’Austria con 51.100 euro.
“I risultati mettono in luce come ancora, nel 2024, la retribuzione media dei neo-laureati italiani risulti la più bassa tra le principali economie europee”, ha commentato Marco Morelli, l’amministratore delegato di Mercer Italia. “In un mercato del lavoro sempre più globale, la scarsa competitività dei salari italiani influenza le scelte professionali dei giovani, spingendoli a cercare opportunità all’estero per ottenere compensi più elevati. È fondamentale che le aziende considerino l’opportunità di rivedere le loro strategie di Total Reward, non solo per allinearsi agli standard europei, ma anche per trattenere i talenti di cui l’Italia ha bisogno per promuovere l’innovazione e la transizione digitale”,così ha concluso.
Analizzando i livelli di carriera più avanzati, il quadro che emerge rimane critico. In Italia, i professional continuano a registrare tra gli stipendi più bassi a livello europeo, con una media di 77.647 euro, cioè il 24% in meno rispetto alla media europea, che si attesta a 101.860 euro. Solo i colleghi polacchi percepiscono una retribuzione inferiore, con 65.408 euro annui in media.
Gli executive italiani ottengono retribuzioni medie pari a 285.156 euro, un valore relativamente vicino alla media europea di 317.826 euro, con uno scarto del -10%. Questo li colloca al di sopra dei colleghi di Polonia (279.120 euro), Spagna (277.333 euro) e Francia (261.511 euro).
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