
Anche per quest’anno sono stati resi noti i dati raccolti da Almalaurea, volti ad analizzare e ad avere un quadro più chiaro dei profili dei giovani laureati, sia triennali che magistrali, valutando i loro percorsi accademici e il grado di compatibilità rispetto alle richieste del mercato del lavoro. Di seguito, una sintesi dei risultati relativi all’anno scorso per il Dipartimento di Scienze Umanistiche (DISUM) dell’Università di Catania.
Secondo i dati raccolti, sono stati 740 gli studenti che hanno conseguito il titolo triennale presso una delle facoltà del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania. Di questi solo 710 hanno compilato il questionario Almalaurea. Inoltre dai dati, emerge una netta prevalenza femminile. Infatti, il 76,2% dei laureati triennali è composto da donne, mentre gli uomini rappresentano solo il 23,8% del totale. Questo dato conferma un trend già osservato negli anni precedenti.
Per quanto concerne i profili dei giovani laureati magistrali i laureati del DISUM sono stai 343, di questi solo il 332 ha partecipato all’indagine Almalaurea. Per quanto riguarda le caratteristiche anagrafiche, anche in questo caso si conferma una marcata predominanza femminile: l’81,3% dei laureati è composto da donne, mentre solo il 18,7% è rappresentato da uomini.
Per quanto riguarda l’età al momento della laurea, quasi la metà dei laureati triennali ha conseguito il titolo prima dei 23 anni, si parla di una percentuale alta, circa il 43,8% del totale. Un altro 33,1% si laurea tra i 23 e i 24 anni. E a tal proposito si registra che l’età media in cui si consegue il titolo sia di 24,6 anni. Si può quindi affermare, secondo i dati raccolti, che quasi la metà degli studenti, il 47,8%, riesce a laurearsi nei tempi previsti dal proprio corso di studi, cioè “in corso”. Tuttavia, oltre un quarto, il 27,7%, si laurea con un anno di ritardo rispetto alla durata standard del percorso. In questo caso i fuori corso sono solo il 10,8%.
Situazione opposta per chi i laureati magistrali DISUM, si può osservare che la maggior parte dei laureati si diploma in età più avanzata. Solo il 23,9% consegue il titolo tra i 23 e i 24 anni, mentre una quota più ampia, pari al 33,2%, si laurea tra i 25 e i 26 anni. La percentuale più consistente, il 42,9%, ottiene la laurea a 27 anni o oltre. Di questi, quindi, solo un 46,6% degli studenti riesce a laurearsi nei tempi previsti, ovvero “in corso”. Tuttavia, un’ampia parte degli studenti accumula ritardi: il 33,8% si laurea con un anno di ritardo, mentre il 9,9% con due anni fuori corso.
Analizzando i dati Almalaurea emerge, che dopo aver conseguito i titolo di laurea triennale, solo il 13,3% dei laureati ha trovato lavoro senza dover proseguire con gli studi magistrali. A questi si affianca un 11,1% che lavora contemporaneamente sta proseguendo gli studi magistrali. La maggioranza, pari al 64,3%, non lavora ma è iscritta a un corso di laurea di secondo livello. Inoltre, una grande fetta di giovani laureati non lavora, non è iscritta a un corso magistrale e nemmeno sta cercando lavoro, si tratta del 5,3%, all’interno di questa fetta di studenti è è comunque impegnata in attività formative, come corsi universitari o praticantati.
Analizzando la condizione occupazionale di chi ha completato una laurea magistrale, si osserva che il tasso di occupazione complessivo è del 56,6%. Una piccola quota, pari al 3,3%, non lavora né cerca un lavoro, ma è comunque impegnata in attività formative come corsi universitari o tirocini. È importante sottolineare che il 28,3% di coloro che non lavorano è comunque attivamente alla ricerca di un impiego. In questo caso il tasso di disoccupazione complessivo si attesta al 26%.
Tra i laureati magistrali, il tasso di occupazione risulta più elevato tra gli uomini, con il 63,6% che lavora, mentre tra le donne la percentuale scende al 54,8%. Per quanto riguarda la retribuzione mensile netta, gli uomini percepiscono in media 1.242 euro, mentre le donne guadagnano mediamente 1.157 euro, con una media complessiva di 1.176 euro.
Nel caso dei laureati triennali, invece, la situazione occupazionale è nettamente diversa! Solo il 33% degli uomini risulta occupato, mentre la percentuale tra le donne scende ulteriormente al 21,8%. Paradossalmente, in termini di retribuzione mensile netta, le donne in questo caso guadagnano leggermente più degli uomini, con una media di 996 euro rispetto ai 971 euro percepiti dagli uomini.
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