
Nonostante le piogge invernali abbiano portato un temporaneo sollievo alle campagne siciliane, il timore per una nuova crisi idrica è tutt’altro che superato. A lanciare l’allarme è Giosuè Arcoria, presidente di Confagricoltura Catania, che dopo un confronto con l’assessore regionale all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, ha delineato il quadro della situazione. «Pur riconoscendo il grande lavoro svolto dalla Regione sul fronte degli interventi infrastrutturali – spiega Arcoria – non possiamo ignorare che il problema della siccità continua a incombere sulle nostre teste. Le iniziative messe in campo ci confortano, ma restano molte criticità irrisolte». Tra le più urgenti, vi è il rifacimento della rete idrica della piana di Catania, che oggi versa in condizioni inadeguate a garantire un servizio efficiente agli agricoltori.
Tra le misure messe in campo dalla Regione Siciliana, Confagricoltura guarda con favore alla manutenzione della diga di Pozzillo, il più grande bacino artificiale dell’Isola, dove Enel Green Power sta conducendo importanti lavori di manutenzione straordinaria. Tuttavia, non mancano gli elementi critici: il caso della traversa di Ponte Barca, nel territorio di Paternò, è emblematico. Qui, l’intervento di sistemazione delle paratoie è bloccato da oltre un anno per ragioni legate alla tutela ambientale, poiché l’area è stata designata nel 2009 come “oasi di protezione della fauna selvatica”. Anche per il 2025, dunque, l’unica misura possibile sarà il contenimento dell’acqua del fiume Simeto tramite sacchi di sabbia. Tuttavia, si apre uno spiraglio: è in fase di definizione un progetto da 2 milioni di euro che, utilizzando tecniche innovative, potrebbe superare i vincoli ambientali senza compromettere la biodiversità locale.
Oltre ai problemi legati all’approvvigionamento idrico, gli agricoltori devono far fronte a un’altra grave ingiustizia: la richiesta di pagamento di cartelle esattoriali per acqua mai ricevuta. Confagricoltura ha espresso all’assessore Barbagallo la propria contrarietà a questo sistema, che penalizza le imprese agricole già messe a dura prova. Alcuni imprenditori si sono visti recapitare cartelle per decine di migliaia di euro, nonostante l’assenza effettiva del servizio. La Regione, in risposta, ha stanziato fondi propri per coprire i “costi variabili” nelle bollette dei Consorzi di bonifica. Tuttavia, restano da pagare i “costi fissi”, che Confagricoltura ritiene illegittimi, soprattutto alla luce della sentenza della Corte di Cassazione del 19 dicembre 2023, la quale afferma che i contributi sono dovuti solo se si riceve un vantaggio diretto e specifico dalle opere. In assenza di benefici reali, il mondo agricolo non può e non deve essere tassato.
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