Il 16 giugno scade il termine per il versamento dellāacconto Imu 2025, lāImposta municipale propria, che coinvolgerĆ oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dallāabitazione principale. Secondo una simulazione effettuata dal Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali della Uil, il costo medio dellāImu per una seconda casa in una cittĆ capoluogo sarĆ di 977 euro annui, con un primo acconto di circa 488 euro. Il gettito previsto per questa prima rata si aggira intorno ai 9,7 miliardi di euro, la metĆ dei 19,4 miliardi complessivi che lo Stato incassa annualmente da questa imposta. A trainare le entrate, ovviamente, sono le cittĆ con i valori catastali più elevati, dove il carico fiscale diventa particolarmente gravoso per i proprietari.
Roma, Milano e Venezia le più care: seconda casa fino a 3.500 euro lāanno
Lāanalisi Uil evidenzia forti disparitĆ territoriali. Roma si conferma la cittĆ italiana più onerosa per le seconde case, con unāimposta media annua di 3.499 euro. Milano segue con 2.957 euro, mentre Venezia si attesta sui 2.335 euro. Altri centri con costi elevati sono Livorno (1.984 euro), Bologna (1.924 euro), e Salerno (1.514 euro). Allāestremo opposto della classifica si collocano invece diverse realtĆ del Sud e del Centro Italia: Palermo, Pesaro e Cosenza registrano unāimposta media annua di poco inferiore ai 400 euro, rendendosi tra le più āeconomicheā per i proprietari. La classifica delle meno care si chiude con Belluno, che presenta unāimposizione media di 551 euro per le seconde case. Anche le abitazioni principali di lusso (categorie A/1, A/8, A/9) rientrano nel pagamento dellāImu, con una media nazionale di 915 euro e punte di 3.000 euro in cittĆ come Venezia.
La Uil chiede la riforma del catasto: āServe un fisco più equoā
Davanti a queste evidenti disuguaglianze, la Uil rilancia con forza la necessitĆ di una riforma strutturale del catasto. Secondo il segretario confederale Santo Biondo, il sistema attuale – basato su rendite catastali vecchie di oltre quarantāanni – produce gravi distorsioni, penalizzando cittadini che, pur vivendo in abitazioni simili, subiscono trattamenti fiscali molto diversi. Per Biondo, āadeguare le rendite ai valori reali di mercato, senza aumentare la pressione fiscale complessiva, ĆØ un atto di giustizia socialeā, nonchĆ© un passaggio essenziale richiesto anche dallāUnione Europea nellāambito del PNRR. Ritardi o rinvii, avverte la Uil, rischiano di compromettere gli obiettivi di equitĆ fiscale e lāaccesso ai fondi europei. Il sindacato chiede quindi al governo di assumersi la responsabilitĆ di avviare una riforma che rafforzi il bilancio pubblico e consenta investimenti contro la povertĆ e a favore della coesione sociale.












