
La Playa di Catania, una delle più grandi spiagge della Sicilia orientale, si trova oggi al centro di un acceso dibattito pubblico. Un litorale di oltre 18 chilometri che, nonostante il suo potenziale, vive tra degrado, abusivismo e mancanza di visione strategica. Lorenzo Costanzo, segretario della Cidec (Confederazione Italiana Esercenti Commercianti), lancia un appello alle istituzioni per un intervento immediato: “occorre applicare il decreto sicurezza e avviare una rivoluzione culturale e strutturale del nostro lungomare”.
Il cuore della denuncia di Costanzo riguarda la condizione attuale dell’area dei lidi, soprattutto nei mesi estivi. La presenza di centinaia di venditori ambulanti irregolari rappresenta non solo un problema economico per gli esercenti autorizzati, ma anche una questione di sicurezza e igiene pubblica. La merce offerta, spesso contraffatta, include giocattoli potenzialmente pericolosi per i bambini, occhiali da sole non certificati, e bigiotteria senza garanzie di qualità.
Molti dei commercianti abusivi, spiega Costanzo, operano indisturbati all’interno delle aree di pertinenza degli stabilimenti balneari, complici la scarsa vigilanza e l’assenza di controlli strutturati. “serve un’azione sinergica tra Comune, Forze dell’Ordine e imprenditori per ristabilire il decoro e la sicurezza. Non possiamo accettare che una delle più belle risorse naturali di Catania sia ridotta a un mercato improvvisato”.
Ma la denuncia non si limita alla protesta. C’è anche una visione chiara, ambiziosa, che prende forma grazie al coinvolgimento di professionisti internazionali. Secondo indiscrezioni, un team di architetti francesi starebbe lavorando a un progetto per trasformare la Playa in una “grande isola del divertimento collegata a Catania”. L’idea è quella di rendere il litorale non solo più accessibile e sicuro, ma anche culturalmente vivo, tecnologicamente avanzato e economicamente sostenibile.
L’obiettivo? Farne la “Riccione del Sud”: un polo turistico dotato di strutture ricettive moderne, locali notturni, aree verdi attrezzate e centri culturali che possano accogliere visitatori italiani e stranieri in ogni periodo dell’anno.
Uno dei punti chiave del piano di rilancio riguarda la vicinanza strategica all’aeroporto di Fontanarossa, uno dei più trafficati del Mezzogiorno. La Playa dista meno di tre chilometri dallo scalo: una posizione ideale per sviluppare servizi per i viaggiatori in transito o in attesa di un volo. “basterebbe guardare a Fiumicino per capire le potenzialità”, dichiara Costanzo.
Lì, grazie a una progettazione integrata, ristoranti, aree relax e percorsi culturali hanno contribuito alla rinascita della città aeroportuale. Un modello replicabile anche a Catania, dove è possibile immaginare hotel, spa, piste ciclabili, eventi estivi e winter village che attirino turismo esperienziale e investimenti.
Il turismo a Catania vive un momento di forte espansione, come evidenziato nell’articolo Primavera a Catania: tra relax, cultura e turismo da record. Solo nel 2024 si è registrato un incremento del 19% nelle presenze alberghiere e del 24% negli affitti brevi, con una quota significativa di turisti provenienti da Stati Uniti, Asia e Nord Europa. Ma a fronte di questi numeri positivi, manca un piano infrastrutturale coerente.
“Abbiamo un centro storico che incanta, un vulcano unico al mondo, ma non sappiamo valorizzare il nostro mare,” lamenta Costanzo. “La Playa potrebbe diventare il nostro fiore all’occhiello, con spiagge pulite, eventi culturali e sportivi, e servizi di eccellenza”.
Un altro elemento centrale è la questione delle concessioni demaniali, da anni al centro di dibattiti e contenziosi. L’applicazione della direttiva europea Bolkestein, che prevede l’assegnazione delle concessioni tramite gare pubbliche, potrebbe essere l’occasione giusta per azzerare privilegi storici e introdurre criteri meritocratici e progettuali.
Il nuovo modello di sviluppo proposto da Cidec prevede bandi trasparenti, incentivi per chi investe in sostenibilità e innovazione, e una programmazione a lungo termine condivisa con la città. Un sistema aperto alla partecipazione di giovani imprenditori, start-up e cooperative locali.
Il rilancio della Playa non può essere solo un progetto calato dall’alto. Serve una mobilitazione collettiva, un cambiamento di mentalità che coinvolga residenti, commercianti, operatori turistici e istituzioni.
Tra le proposte più interessanti emerse nelle ultime settimane, si parla di:
Catania ha oggi una straordinaria occasione: quella di riscrivere il futuro della sua spiaggia più iconica. La Playa può diventare il simbolo di una città che cambia, che torna a credere nel suo potenziale e lo trasforma in valore condiviso. Un luogo dove natura, innovazione e cultura si incontrano per dare vita a una nuova stagione di sviluppo sostenibile.
Per farlo, occorre coraggio politico, visione imprenditoriale e coinvolgimento civico. Serve una cabina di regia che ascolti tutti e agisca con determinazione. Ma soprattutto, serve la volontà di voltare pagina. Perché la Playa non sia più sinonimo di abbandono, ma di rinascita. Una Riccione del Sud, sì, ma con un cuore Siciliano e uno sguardo internazionale.
Ogni passo verso la riqualificazione sarà un passo verso un futuro più luminoso per Catania. Tocca a noi crederci, progettare e agire. Perché il mare che bagna la nostra città non sia solo bellezza da ammirare, ma motore di sviluppo, lavoro e orgoglio collettivo.
Il futuro della Playa comincia ora. E Catania ha tutto per renderlo straordinario.
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