Il tema delle molestie e delle violenze sul lavoro è al centro del nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto. L’analisi evidenzia un aumento preoccupante di episodi di violenza nei luoghi di lavoro, colpendo in particolare alcune categorie professionali.
Secondo Dati Inail, nel quinquennio 2018-2023 sono stati denunciati oltre 8.000 casi di violenza e molestie sul posto di lavoro. Nel 2022, si è registrato un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Le donne risultano essere le principali vittime, rappresentando circa il 70% delle denunce.
I settori più colpiti sono:
Le forme più comuni di violenza includono aggressioni fisiche (35%), minacce verbali (30%) e molestie psicologiche (25%).
Le molestie e le violenze sui settori professionali hanno effetti devastanti sulla salute mentale e fisica delle vittime. Secondo il report di Dati Inail, oltre un terzo delle vittime che subiscono tali episodi sperimenta il burnout, con sintomi quali:
In molti casi, queste problematiche portano le tali soggetti a rassegnare le dimissioni, aggravando le difficoltà lavorative e personali.
Dal punto di vista legale, le aziende hanno la responsabilità di garantire un ambiente di lavoro sicuro. Ciò include la prevenzione e la gestione delle aggressioni. Le violazioni di questa responsabilità possono portare a cause legali, sanzioni e danni alla reputazione dell’azienda.
In molti paesi, le aggressioni sul posto d’occupazione sono considerate infortuni lavorativi, il che significa che i lavoratori possono richiedere risarcimenti attraverso l’assicurazione infortuni o altre vie legali. Le imprese devono quindi adottare misure preventive, come la formazione del personale, la creazione di politiche chiare contro la violenza e la messa in atto di sistemi di supporto per le vittime.
Le strategie efficaci per prevenire e gestire le aggressioni sul posto di lavoro includono:
Le molestie sul luogo di lavoro sono una triste realtà che affligge ancora molte persone in diversi settori lavorativi. La normativa italiana si è dimostrata attenta a questa problematica, introducendo leggi specifiche volte a prevenire e contrastare tali comportamenti, come il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro e il Codice Penale.
La legge 4/2021 è stata un importante passo avanti, definendo in maniera chiara le diverse forme di molestia, tra cui quelle sessuali, psicologiche e di mobbing. Questa normativa ha introdotto anche l’obbligo per le aziende di adottare misure preventive e di tutela per i propri dipendenti, stabilendo sanzioni per i responsabili delle molestie.
L’aggressione sul posto di lavoro è un fenomeno complesso che richiede un approccio olistico per la sua gestione. È fondamentale che le aziende riconoscano la gravità delle aggressioni come infortuni lavorativi e si impegnino attivamente nella loro prevenzione e gestione. Proteggere i lavoratori da queste situazioni non solo salvaguarda la loro salute fisica e mentale, ma crea anche un ambiente di lavoro più sicuro, produttivo e rispettoso.
In ultima analisi, la lotta contro l’aggressione sul lavoro è una responsabilità condivisa che richiede l’impegno di tutti gli attori coinvolti: datori di lavoro, dipendenti, sindacati e legislatori. Nonostante i progressi normativi, la battaglia per un ambiente di lavoro sicuro e privo di molestie è ancora lunga e necessita di un costante impegno da parte di tutti.
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