
Test Medicina: nella giornata odierna, martedì 12 marzo, la Camera dei deputati è chiamata a esprimersi sul voto finale riguardo la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. La proposta è già stata approvata al Senato e ora l’Aula di Montecitorio deve dare l’ok definitivo. Con questa riforma, già a partire dal prossimo anno accademico, il tradizionale quiz d’ingresso sarà abolito nelle università pubbliche. La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha sottolineato che i decreti attuativi arriveranno rapidamente: “l’università italiana cambia rotta, e gli atenei non avranno più la scritta numero chiuso, ma saranno pronti ad accogliere studenti e formarli per diventare eccellenti medici”, ha dichiarato. Di seguito i cambiamenti che si attueranno.
La nuova legge in discussione stabilisce che l’immatricolazione al primo anno dei corsi di: Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà libera, senza il consueto test d’ingresso. Tuttavia, il numero chiuso non è completamente abolito, ma verrà applicato in un momento diverso del percorso accademico. Infatti, per accedere agli anni successivi, gli studenti dovranno superare una selezione che si terrà alla fine del primo semestre. Sarà quindi organizzata una graduatoria nazionale unica. Solo coloro che raggiungeranno il punteggio minimo richiesto nella selezione finale avranno il diritto di proseguire con il secondo anno.
Chi non supererà la selezione per accedere al secondo anno di Medicina, Odontoiatria o Veterinaria non sarà costretto a interrompere il proprio percorso accademico. Potrà, infatti, continuare a frequentare il secondo semestre iscrivendosi a uno dei corsi offerti nell’area scientifica, senza dover ripetere l’anno. Gli esami sostenuti durante questo periodo, se pertinenti al suo percorso di studi, saranno riconosciuti come validi e potranno essere considerati nel proprio curriculum accademico, offrendo così la possibilità di non perdere progressi e tempo prezioso.
Tuttavia, non tutti i dettagli di questa riforma sono ancora definiti. Molti aspetti, come le modalità precise di attuazione, le specifiche sui corsi alternativi e le modalità di validazione degli esami, dovranno essere chiariti attraverso i decreti attuativi che il Ministero dell’Istruzione e dell’Università dovrà emanare nei prossimi mesi.
La riforma è stata duramente criticata dai principali partiti di opposizione in Parlamento. Il Partito Democratico, ad esempio, ha definito la riforma un “pasticcio inattuabile a breve“, sottolineando che la pianificazione universitaria non può essere fatta in soli sei mesi, affermando: “le parole della ministra Bernini, che annunciano una partenza senza problemi della riforma dal prossimo anno accademico, sono lontane dalla realtà. Il numero chiuso resta, e siamo ancora in alto mare riguardo all’attuazione della riforma. Il governo sta facendo solo propaganda, ma questa legge delega non elimina il numero chiuso, né i quiz d’ingresso, visto che è troppo generica e mancano ancora tanti dettagli da chiarire”
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