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Bonus mobili 2025, come funziona e come richiederlo

Bonus mobili 2025, di cosa si tratta e come richiederlo. Di seguito una breve guida su chi ne potrà usufruire e cosa poter comprare!

Bonus mobili 2025: con la Legge di Bilancio, il Governo ha deciso di estendere il bonus mobili anche per il 2025, confermando così l’incentivo fiscale che era originariamente previsto solo fino al 2024. Questa misura prevede una detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e elettrodomestici, ma solo per chi ha effettuato lavori di ristrutturazione in casa. Con l’aggiornamento per il 2025, sarà possibile beneficiare ancora di questo incentivo per rinnovare l’arredamento di abitazioni oggetto di ristrutturazione.

Bonus mobili 2025, di cosa si tratta

Il bonus mobili è una detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati a case in ristrutturazione, con un limite di 5.000 euro. Introdotto nel 2013, ha lo scopo di stimolare il settore dell’arredamento e incentivare l’acquisto di prodotti a basso impatto energetico. La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato il bonus fino al 31 dicembre 2025, confermando le condizioni precedenti.

L’incentivo è valido per mobili e elettrodomestici a partire dal momento dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, con pagamento tracciabile. Questa misura supporta il rinnovamento degli spazi abitativi in modo sostenibile e conveniente.

Bonus mobili 2025, cosa poter comprare

Il bonus mobili si applica come una detrazione IRPEF e viene recuperato in 10 anni attraverso quote annuali uguali. Va specificato che la detrazione può essere richiesta solo dal contribuente che beneficia anche della detrazione per i lavori di ristrutturazione edilizia. Per esempio, se uno dei coniugi ha sostenuto le spese per la ristrutturazione e l’altro ha acquistato i mobili, nessuno dei due potrà accedere al bonus.

Per usufruire della detrazione, il pagamento deve essere effettuato tramite metodi tracciabili, come bonifici bancari o carte di credito/debito. I pagamenti in contante o tramite assegni non sono ammessi.

La detrazione al 50% vale per acquisti certificati, effettuati sia in Italia sia all’estero, di:

  • mobili nuovi, quali letti, armadi, cassettiere, librerie, tavoli, sedie, divani, poltrone, credenze e apparecchi d’illuminazione. Sono esclusi porte, pavimenti, tende e altri complementi;
  • elettrodomestici nuovi con classi energetiche minime (es. A per forni, E per lavatrici, F per frigoriferi). Sono inclusi frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni, stufe elettriche, condizionatori, ecc. Gli acquisti di alcuni elettrodomestici devono essere comunicati all’ENEA.

La detrazione è valida anche per beni destinati ad ambienti diversi dello stesso immobile o per pertinenze.

Bonus mobili 2025, chi può usufruirne

Per usufruire del bonus non sono richiesti limiti ISEE, quindi il bonus è disponibile a prescindere dal reddito per:

  • i proprietari di un immobile oggetto di ristrutturazione che siano contribuenti in Italia;
  • i titolari di diritti reali o personali di godimento sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese come i titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), i locatari o comodatari;
  • i soci di cooperative divise e indivise, gli imprenditori individuali, per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce, compresi i soggetti che producono redditi in forma associata (i soci di società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti a questi equiparati, soci di imprese familiari);

Infine, se sostengono direttamente le spese e siano intestatari di bonifici e fatture, possono fruire della detrazione anche:

  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado);
  • il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato, per le spese sostenute;
  • il componente dell’unione civile (la Legge 20 Maggio 2016, n. 76, per garantire la tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili tra persone delle stesso sesso, equipara al vincolo giuridico derivante dal matrimonio quello prodotto dalle unioni civili).
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