Nel Giorno della Memoria, che ogni anno ci invita a riflettere sul dolore e sull’orrore del passato, una solenne cerimonia si svolgerà ad Auschwitz, in Polonia, per commemorare il doloroso anniversario degli 80 anni dalla chiusura di uno dei campi di concentramento nazisti più tristemente famosi. A questa ricorrenza storica prendono parte numerosi leader mondiali, a testimonianza di un impegno globale verso la memoria e la lotta contro l’antisemitismo. Tra i partecipanti di spicco il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Al suo fianco, giunti ad Auschwitz, anche i reali di numerosi Paesi europei, simbolo di una solidarietà internazionale che non vuole dimenticare. Tra loro, Re Carlo del Regno Unito, i reali di Danimarca, dei Paesi Bassi, di Spagna e di Svezia, tutti pronti a unire la propria voce a quella di milioni di persone che, nel corso dei decenni, hanno mantenuto viva la memoria storica dell’Olocausto.
Accanto a loro, numerosi presidenti, tra cui Emmanuel Macron della Francia, Frank-Walter Steinmeier della Germania, e Alexander Van der Bellen dell’Austria, a sottolineare la dimensione europea di una tragedia che ha segnato la storia del nostro continente. Non sono mancati nemmeno i primi ministri, come Olaf Scholz della Germania, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che hanno voluto testimoniare la loro ferma condanna per ogni forma di intolleranza. Tuttavia, le assenze non sono passate inosservate, come quella della delegazione russa e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che hanno sollevato interrogativi su come le tensioni politiche possano influire anche su una commemorazione che dovrebbe unire, piuttosto che dividere.
In questo contesto carico di significato, anche Papa Francesco ha voluto esprimere la sua vicinanza. Ribadendo che l’orrore dello sterminio dei milioni di ebrei e di tutte le altre minoranze perseguitate durante la Seconda Guerra Mondiale non può mai essere né dimenticato né negato. “Non possiamo permettere che l’orrore diventi polvere nella memoria collettiva”, ha sottolineato il Papa, aggiungendo un appello universale: “è fondamentale che tutti collaborino per debellare la piaga dell’antisemitismo, e di ogni forma di discriminazione e persecuzione religiosa”. Un messaggio forte, che richiama ciascuno di noi alla responsabilità di mantenere viva la memoria di quei tragici eventi, non solo per onorare le vittime, ma per difendere, oggi come allora, i valori fondamentali della dignità umana e del rispetto reciproco.
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