
Dopo un anno di crescita economica, la Sicilia registra un rallentamento. L’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia segnala un calo dell’export, con una perdita di 800 milioni di euro nel terzo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Il fatturato delle esportazioni è sceso da 3,8 miliardi a 3 miliardi di euro, portando il bilancio complessivo dei primi nove mesi dell’anno a una contrazione del -5,9%.
Questa flessione ha colpito quasi tutti i settori, pur in un contesto in cui il Pil regionale continua a crescere più rapidamente rispetto al resto d’Italia (+1,9% nel 2024). Tuttavia, secondo Unioncamere, il calo dei consumi interni e la crisi del settore commerciale stanno pesando sull’economia siciliana.
Mentre il Pil della Sicilia continua a registrare un incremento, i consumi delle famiglie sono diminuiti rispetto all’anno precedente, passando dal +1% del 2023 al +0,8% del 2024. La diminuzione delle vendite ha avuto ripercussioni dirette sulle imprese commerciali: nel terzo trimestre 2024, il settore ha perso 3.264 unità, dopo aver registrato un calo di 6.593 attività nel 2023.
Il commercio continua comunque a rappresentare una parte significativa del tessuto economico regionale (54,2%), seguito da agricoltura e industria, entrambe al 20%. La crisi ha colpito in particolare i piccoli negozi di vicinato, che resistono con difficoltà alla concorrenza della grande distribuzione e delle vendite online.
“Ecco spiegato come mai certi numeri macroeconomici settoriali calano malgrado la crescita generale del Pil siciliano – commenta Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia –. Questo trend conferma l’attualità del messaggio dell’ex premier Mario Draghi, che nel Documento europeo sulla competitività esorta a ridimensionare l’attuale modello economico basato prevalentemente sulle esportazioni spinte e a riportare l’attenzione sul sostegno ai consumi interni favorendo la nascita di nuove produzioni locali, l’aumento dell’occupazione e il rinnovo dei contratti di lavoro per irrobustire i salari e incrementare il potere d’acquisto delle famiglie”.
Pace lancia poi un appello ai consumatori siciliani:
“A tutti i consumatori siciliani affinché prendano consapevolezza delle migliorate condizioni generali, ritrovino fiducia e coraggio e, a partire dalle imminenti festività, sostengano la ripartenza degli acquisti privilegiando prodotti siciliani e, sia pure nel rispetto della libera concorrenza, i piccoli negozi di vicinato che, stoicamente, resistono alla diffusione delle vendite online e della grande distribuzione e, sebbene stia soffrendo una profonda crisi, continuano a garantire quel servizio di consulenza, assistenza e selezione di qualità che è indispensabile per soddisfare le esigenze particolari di quella fascia più debole della popolazione rappresentata da pensionati, anziani e soggetti fragili”.
Infine, Pace si rivolge anche alle imprese, invitandole a sostenere il tessuto produttivo regionale:
“Mi rivolgo anche alle imprese – conclude Pace – , a quelle manifatturiere e in particolare modo ai ristoratori che devono preparare i banchetti festivi: riprendano gli investimenti utilizzando tutti gli incentivi messi a disposizione da Stato e Regione e per le forniture diano la preferenza al Made in Sicily”.
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