L’appalto di UniCt solleva dubbi sulla trasparenza: la vicenda approda all’Antimafia

L’Ance Sicilia solleva dubbi sulla scelta del minor prezzo per un appalto milionario dell’università etnea, la vicenda va all'Antimafia

L’Ance Sicilia prosegue la sua battaglia per la trasparenza negli appalti pubblici, concentrandosi sulla recente assegnazione del bando dell’Università degli Studi di Catania, che ha suscitato perplessità per l’adozione del criterio di aggiudicazione al “minor prezzo”.

Questa scelta, applicata a una gara d’appalto da 19,1 milioni di euro per la ristrutturazione dei padiglioni 14, 17 e 19 dell’ex ospedale Vittorio Emanuele, è stata criticata per non valorizzare aspetti qualitativi, ambientali o sociali dell’offerta, come previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Ance Sicilia ha sottolineato come questo metodo non solo violi l’articolo 108 del Codice, ma non rispetti i principi di efficienza, economicità e correttezza amministrativa.

La conferma dell’Anac

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), guidata da Giuseppe Busia, con la delibera n. 454 del 9 ottobre, ha accolto le segnalazioni di Ance Sicilia, ribadendo che, in casi come questo, l’assegnazione avrebbe dovuto basarsi sul criterio dell’”offerta economicamente più vantaggiosa“, che permette di prendere in considerazione non solo il prezzo, ma anche la qualità e il valore aggiunto per l’interesse pubblico. Busia ha inoltre indicato che appalti di questa portata e con una componente tecnologica avanzata necessitano di un criterio di valutazione che guardi al miglior rapporto qualità/prezzo, e non soltanto al costo più basso.

L’Università di Catania, in risposta, ha sostenuto che, disponendo già di un progetto esecutivo, fosse lecito predeterminare il costo contrattuale e adottare il criterio del minor prezzo. Tuttavia, Ance Sicilia ha replicato, ritenendo insufficienti le motivazioni dell’Ateneo e facendo notare che non esiste un supporto normativo per giustificare tale criterio, dato l’importo dell’appalto e le sue caratteristiche specifiche.

Le parole del presidente dell’Ance Sicilia

Il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone, ha ribadito la necessità per le stazioni appaltanti di evitare interpretazioni normative che possano pregiudicare la qualità dei progetti e ridurre la trasparenza delle gare. Cutrone si è detto consapevole delle difficoltà interpretative del nuovo Codice dei contratti, ma ha esortato le istituzioni a collaborare con l’Anac, le associazioni di categoria e gli esperti del settore per garantire procedure di gara trasparenti ed efficaci.

Cutrone porterà queste istanze all’attenzione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, chiedendo di raccomandare l’adozione di procedure aperte per appalti di minore importo e la piena conformità al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per quelli sopra soglia.

La questione della trasparenza e della conformità negli appalti siciliani sarà inoltre approfondita il 6 novembre nella Commissione Antimafia dell’Ars, convocata da Antonello Cracolici per discutere sull’eccesso di assegnazioni senza gara rilevato in Sicilia e analizzare i dati raccolti da Ance Sicilia nei primi sei mesi del 2024.

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