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Taglio assegno unico nel 2025: il governo valuta una nuova misura di sostegno alle famiglie

Il governo Meloni pensa al taglio dell'assegno unico nel 2025 in vista di una nuova agevolazione fiscale per le famiglie Italiane: tutti i dettagli

Introdotto nel 2021 dal governo Draghi, l’assegno unico ha rappresentato una rivoluzione nel sistema di sostegno alle famiglie. Tuttavia, il governo Meloni sta valutando un possibile taglio dell’assegno unico nel 2025, con l’intenzione di sviluppare una nuova misura di supporto per le famiglie italiane.

Taglio assegno unico 2025: il piano del governo

Il piano del governo prevede una redistribuzione delle risorse. mantenendo invariato l’importo complessivo di 20 miliardi di euro.

Cosa prevedono questi cambiamenti? Sicuramente un taglio all’assegno base di 57 euro, destinato alle famiglie con ISEE superiore a 45 mila euro. Queste risorse verranno dirottate verso le famiglie più numerose, quindi con più bambini a carico, o a famiglie con ragazzi portatori di handicap o con una solida storia lavorativa in Italia.

Taglio assegno unico 2025: le motivazioni

Il governo giustifica, questo intervento, sostenendo che l’assegno unico familiare presenta delle criticità. Tra queste, la presenza di avanzi di bilancio, la rinuncia al beneficio da parte di alcune famiglie e la procedura di inflazione europea per la discriminazione dei lavoratori stranieri.

Non è chiaro se i tagli previsti finiscano o meno per penalizzare proprio le famiglie più fragili, quelle che hanno quindi maggiormente beneficiato dell’introduzione della misura. La riforma potrebbe escludere anche le nuove realtà familiari, prediligendo un modello unico di famiglia.

Cosa comportava l’assegno unico universale?

L’assegno universale unico, è una misura per l’aiuto alle famiglie con figli a carico, spetta a tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori. L’assegno unico sostituiva quindi tutte le altre prestazioni e veniva erogato dall’INPS.

La misura prevedeva una quota variabile progressiva, nelle ipotesi di:

  • nuclei numerosi;
  • madri di età inferiore a 21 anni;
  • nuclei con quattro o più figli;
  • genitori entrambi titolari di reddito di lavoro;
  • figli affetti da disabilità o di età inferiore a un anno;

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