Il New York Times proclama “L’amica geniale” il più bel romanzo del 21° secolo

Il primo volume della saga di Elena Ferrante, “L’Amica Geniale”, ha ottenuto un riconoscimento del New York Times come il miglior libro degli ultimi 25 anni, posizionandosi al vertice della classifica dei 100 migliori libri del 21° secolo. La traduzione di Ann Goldstein, pubblicata da Europa Editions, ha contribuito a catturare l’attenzione e i cuori del pubblico americano. Ora scopriamo insieme tutti i dettagli,  l’autrice e il valore e al valore indissolubile dell’amicizia. Dopo aver pubblicato “La figlia oscura” nel 2006, la Ferrante si dedica alla creazione di “L’amica geniale”, una serie di quattro libri pubblicati con cadenza annuale tra il 2011 e il 2014. Il primo volume uscirà nel 2011, al quale seguiranno negli anni: Storia del nuovo cognomeStoria di chi fugge e di chi resta Storia della bambina perduta. La quadrilogia pubblicata dalla casa editrice (E/O).

Chi è Elena Ferrante?

Elena Ferrante rappresenta il più grande enigma della letteratura e della narrativa italiana contemporanea. Forse l’unica cosa certa è che l’autrice sia nata a Napoli nel 1943, e che la sua carriera sia costellata da numerosi successi: la creazione di una serie Rai dedicata ai romanzi dell’amica geniale, la candidatura al premio strega, oltre che la sua inclusione da parte di Time tra le cento persone più influenti al mondo nel 2016. Non solo scrittrice di romanzi ma anche editorialista del Guardian. L’unica pecca è che in tutte queste occasioni non si è mai presentata pubblicamente, alimentando così la curiosità dei suoi fan.

Proprio per questo negli anni sono state condotte numerose inchieste volte a scoprire la sua vera identità. Secondo lo scrittore Marco Santagata dietro alla Ferrante si nasconderebbe Marcella Marmo, docente di Storia contemporanea all’Università di Napoli Federico II. L’ipotesi però sembrò durare veramente poco, rivelandosi infondata. Un ulteriore inchiesta, forse la più rilevante, sarebbe avvenuta nel 2016 ad opera di Claudio Gatti de IlSole24Ore, il quale sosteneva che Ferrante fosse Anita Raja. L’inchiesta era stata diffusa anche dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, dal sito di informazione francese Mediapart e dalla New York Review of Books. In quell’occasione non si fece attendere la feroce risposta della casa editrice:Disgusta vedere una grande autrice italiana, amata e celebrata nel nostro paese e nel mondo, trattata alla stregua di un criminale. Di quale reato si è macchiata per giustificare una simile invasione nella sua vita? A quale superiore interesse pubblico risponderebbe l’inchiesta portata avanti dal giornalista Claudio Gatti e pubblicata contemporaneamente in quattro paesi?”.

Negli anni verranno citati anche i nomi di: Domenico Starnone, Goffredo Fofi, Sandro Ferri e Sandra Ozzola. Ma l’unica cosa certa è che la sua identità resterà ignota. Dopotutto, un tocco di mistero aggiunge sempre un po’ di magia.

La Napoli che imprigiona

Tra i tanti temi proposti della Ferrante c’è sicuramente quello dell’inafferrabile. Ed è proprio con questo assunto che si apre la quadrilogia. Infatti, proprio nelle prime pagine ci viene descritta una Elena adulta che riceve la telefonata dal figlio di Lila, il quale le comunica che la sua amata amica geniale è sparita.

Ma ancor più grande e importante sarà l’analisi sociologica e antropologica del rione di Napoli. D’altronde proprio Napoli verrà rappresentata come una realtà esotica, che con lo scorrere delle pagine diverrà personaggio. Una sorta di antagonista, che intrappola e non riesce a far respirare le nostre protagoniste. Una Napoli che cercherà sempre di sottomettere tutti alle sue sporche regole. Da questa prigione solo Elena riuscirà a fuggire. Lila ne rimarrà intrappolata. E con il passare del tempo ella stessa diventerà personificazione di una città trappola: Napoli. Lila, proprio come Napoli sarà: astuta, geniale, pronta a difendersi da tutti i tipi di violenza, una donna che cercherà sempre di avere la meglio, di emanciparsi, senza però alcun tipo di risultato. Per questo motivo il suo io, la sua dimensione femminile si frantumerà, inghiottita da quell’assurda società.

Lo strano patto d’amicizia

L’amicizia descritta da Ferrante tra Elena e Lila la vedremo definirsi pian piano, con il passare del tempo e dei romanzi. Il loro affetto oscillerà sempre tra due opposti: amore odio, egoismi, compressioni, segreti, riavvicinamenti e distacchi. Le due bambine più che stipulare un patto di amicizia stipuleranno un patto di solidarietà, convinte che insieme possano cambiare la loro condizione. Proprio per questo il loro rapporto verrà sempre scandito da numerose tappe, che le porteranno un avvicinamento dettato da una forte competizione.

Leggendo la quadrilogia non si capirà subito cosa leghi le due amiche, che comunque riescono a sviluppare un linguaggio comportamentale comune, forse frutto delle loro esperienze familiari e sociali. Questo legame permetterà ad entrambe di comprendere profondamente, spesso senza bisogno di parole, ciò che accade nella vita dell’altra. È proprio questo che rappresenta la chiave della loro sorellanza: essere dalla stessa parte e avere una comprensione reciproca innata. Sono l’una il motore dell’altra, Lila è sempre uno sprone per Lenù e Lenù è sempre uno sprone per Lila. Tutto quello che di buono fanno nella vita lo fanno anche perché hanno l’altra accanto.

L’invidia come legame indissolubile

Spesso leggendo i romanzi ci si accorge come sia l’invidia il motore dell’amicizia. Il loro rapporto è costellato da una continua malsana competizione, che sembra iniziare fin dalla tenera età. Infatti dopo la precoce chiusura del percorso scolastico di Lila, Elena continuerà a frequentare una scuola nella quale sarà finalmente libera dal confronto perdente con l’amica. Ma purtroppo non si renderà conto che la sua assenza svuoterà immediatamente l’apprendimento di ogni intensità. Non avere accanto Lila impoverirà il suo desiderio di conoscenza. Lila però non si metterà mai in un angolo ad osservare i successi dell’amica, ma spinta da una sete di competizione deciderà di superare l’amica, dimostrando che anche lei potrà vincere il Rione. I suoi sforzi però sembrano risultare tutti vani, a nulla è servito il suo studio clandestino e tutti i suoi sforzi nel disegnare nuovi modelli di scarpe per l’impresa di famiglia. La fiumana inarrestabile di Napoli continuerà a travolgerla. Non le resta che spostare progressivamente la competizione con Elena su un altro piano: quello del potere seduttivo, in cui fin da piccola ha sempre primeggiato. Consapevole che Lenù non potrà mai superarla in questo, poiché è ella stessa emblema di donna fatale, affascinante e seducente e nulla potrà portarle via questo aspetto.

Ilaria Santamaria

Laureata in lettere e futura filologa comparatista. Ad occupare il mio tempo libero lunghe passeggiate sotto il sole e una buona lettura di un classico.

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