Secondo il report del 2023, la Sicilia è tra le prime regioni per violenza di genere insieme a Lazio e Lombardia. Ecco un'analisi di tutti i dati dell'anno appena trascorso.
Il Ministero dell’Interno ha pubblicato l’annuale monitoraggio dei reati riconducibili alla violenza di genere avvenuti nel 2023. La direzione Centrale Polizia Criminale sottolinea che il nostro ordinamento giuridico non prevede misure atte a contrastare, specificatamente ed esclusivamente, condotte violente verso le donne, ad eccezione della fattispecie introdotta per contrastare la pratica delle mutilazioni genitali femminili.
Nonostante ciò la legge 19 luglio 2019 n. 69, conosciuta come “Codice Rosso”, ha introdotto importanti novelle al codice penale, al codice di procedura penale e ad altre disposizioni collegate, con l’intento sia di tutela delle vittime che di ridefinizione delle azioni punitive. Sin dall’implementazione della disposizione normativa, le regioni caratterizzate dal maggior numero assoluto di violenze registrate sono la Sicilia, il Lazio e la Lombardia. Al contrario, le regioni in cui si sono verificate meno violenze di genere sono la Valle d’Aosta, il Molise e la Basilicata.
Nei documenti elaborati dal Servizio Analisi Criminale – “Il punto-il pregiudizio e la violenza contro le donne” e “Omicidi volontari” – si esaminano i delitti di genere avvenuti nel 2023.
Nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2023 sono stati registrati 254 omicidi volontari rispetto ai 230 commessi all’analogo periodo dell’anno precedente (+10%); 89 sono state le vittime donne rispetto alle 85 dei primi nove mesi del 2022 (+5%). Nello stesso periodo anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo mostrano una crescita (+12%), passando da 101 a 113, mentre le vittime di genere femminile si attestano a 74 in entrambi i periodi in argomento.
Nei primi nove mesi del 2023 la percentuale di donne vittime di omicidio commesso dal partner o ex partner sale al 65%, contro il 59% registrato nell’arco temporale corrispondente del 2022. Significativo anche il dato in base al quale le donne risultano, spesso, uccise per mano di genitori o figli (30% nel periodo 2022 e 23% nel periodo 2023).
Per quanto riguarda la problematica relativa alla costrizione o induzione al matrimonio nel periodo che va da gennaio 2023 a settembre 2023, si registra un significativo incremento del 45% rispetto all’analogo intervallo dell’anno precedente.
Sulla deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, si registrano nei primi 9 mesi del 2023, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, per questa tipologia di reato un decremento pari al 14%.
In merito alla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti si registra, poi, un aumento del 1%. Infine, relativamente ad atti persecutori, come lo stalking, nel 2023 si registra un decremento del 13% dei reati, che sono stati 12.491 a fronte dei 14.326 dell’analogo periodo nel 2022. L’incidenza delle vittime donne si attesta al 74% in entrambi i periodi.
La maggior parte delle donne vittime di violenza ha un’età compresa tra 31 e 44 anni (34% nel periodo 2022 e 33% in quello 2023); seguono quelle di età compresa tra i 18 e 30 anni (22% in entrambi i periodi). La percentuale di vittime minorenni è del 9%.
Analizzando, invece, l’età degli uomini che commettono femminicidi, la maggior parte ha un’età compresa tra 31 e 44 anni (26% nel periodo 2023 e 30% in quello 2022). Seguono quelli della fascia d’età più elevata (45-54 anni) con il 24%, mentre raggiungono il 22% gli assassini ultrasessantacinquenni (23% nel 2022). I minorenni risultano soltanto il 2% in entrambi i periodi in esame.
Le donne con disabilità hanno bisogno di una costante attenzione, poiché hanno più probabilità di essere esposte ad abusi domestici. Rimanendo isolate in casa, e a causa della loro limitata capacità di chiedere aiuto, spesso fanno più difficoltà a denunciare gli abusi. Abusi che spesso sono farmacologici.
Nei dati raccolti tra ottobre 2022 e settembre 2023, si è rilevato che il 73% di violenza di genere contro le donne con disabilità riguarda i maltrattamenti in famiglia, nel 17% si tratta di violenza sessuale e nel 10% di atti persecutori.
Spesso gli abusi su donne disabili sono quelli che recano importanti ed evidenti segnali fisici e psicologici, che bisogna imparare a conoscere e riconoscere. Come riconoscere gli abusi? Da frequenti ricoveri in ospedale, eccessiva sedazione nell’ambito delle mura domestiche, gravidanze inspiegabili, scarsa igiene, insolita paura di una particolare persona, disturbi del sonno e alimentari, depressione, pianto eccessivo, ridotte capacità intellettive e/o motoria a causa dell’eccesso/ carenza di somministrazione di farmaci.
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