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Il 23 ottobre 2023 è stato pubblicato online sul sito di Save the Children il rapporto intitolato “Fare spazio alla crescita“, riguardante la mancanza di spazi dedicati ai bambini ed ai minori in generale in Italia. Secondo quanto sottolineato dal report, infatti, questa influirebbe molto sulla qualità della vita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, limitando le opportunità educative e di socialità fondamentali per il loro sviluppo. Di seguito l’analisi dei dati forniti dall’Organizzazione, con un particolare focus su quelli riguardanti la Sicilia.
Il problema in Italia
Secondo Save the Children, “due bambini nati in Italia lo stesso giorno possono trovarsi a crescere in due universi paralleli a pochi isolati di distanza“. La soluzione a questo sarebbe ridisegnare dal punto di vista dei bambini gli spazi urbani, a partire dalle periferie, in quanto è proprio lì che vanno a risiedere molte delle nuove famiglie.
Diverse famiglie economicamente deprivate vivono nelle 14 città metropolitane italiane: secondo i dati, il 13,7% di tutti i contribuenti con reddito complessivo inferiore a 15.000 euro annui. La percentuale di quanti hanno un reddito complessivo inferiore a 10.000 euro annui corrisponde al 15,3% nelle aree metropolitane, a fronte di una media nazionale del 12,7%. In particolare, in città metropolitane del Sud Italia quali Catania, Palermo e Messina, più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15.000 euro annui.
Inoltre, nel Nord-ovest il 3,6% delle famiglie riscontra problemi di erogazione dell’acqua, percentuale che sale al 7% nel Centro Italia, fino a raggiungere il 18,6% nel Sud e il 26,9% nelle Isole, con punte del 45,1% in Calabria e del 32,6% in Sicilia.
La mancanza di spazi adeguati
Continuando a leggere il report, il divario tra regioni italiane diventa sempre più evidente. Le famiglie che vivono nelle regioni meridionali si trovano infatti in difficoltà anche per la fruizione degli spazi pubblici, in quanto la superficie verde disponibile nelle aree urbane è nettamente inferiore. I problemi riguardano anche i collegamenti con i mezzi pubblici nella zona di residenza, in particolare per il 39,2% delle famiglie del Sud.
Tutto ciò si traduce in questo: se in Italia quasi un minorenne su tre (il 29,6%) è a rischio povertà ed esclusione sociale, la percentuale raggiunge il 41,1% in Sardegna, il 44% in Calabria, il 48,8% in Sicilia ed il 55,9% in Campania.
Una delle possibilità per ridisegnare gli spazi urbani riguarda sarebbe il riutilizzo degli spazi confiscati alla criminalità organizzata per scopi socio-educativi. Ad oggi, i beni effettivamente attivi per questi scopi sono ben pochi: a Catania i beni confiscati sono 1.068, di cui solo 26 attualmente indirizzati ai servizi per i minori.
I problemi nelle scuole
In quanto all’offerta di spazi adeguati all’apprendimento e alla crescita scolastica, è sempre il Sud ad avere la peggio: in regioni come la Calabria e la Campania, meno del 20% delle scuole primarie è provvisto di aule di informatica. Allo stesso tempo, in Toscana, Marche e Piemonte si supera il 50%. Stessa situazione per le scuole primarie che in Campania ed in Sicilia hanno uno spazio mensa (circa il 17%).
Inoltre, nelle grandi città le scuole sono più carenti da un punto di vista strutturale; nel report, infatti, si trova la seguente tabella riguardante la difficoltà di accesso e mobilità per minori diversamente abili:
Per quanto riguarda invece i dati relativi al tempo pieno, è possibile notare come nella metà delle città metropolitane ed in particolare in quelle nelle regioni del Sud e delle Isole la percentuale delle classi della scuola primaria che offrono il tempo pieno (almeno 40 ore a settimana) sia significativamente inferiore alla media nazionale. Nello specifico, a Catania e Palermo sono rispettivamente il 9,5% e il 6,5% le classi che offrono il tempo pieno; mentre nella scuola secondaria sono a Catania il 5,1% e a Palermo il 10,4%.
L’analisi di Catania nel dettaglio
Infine, il report realizzato da Save the Children approfondisce alcuni elementi di svantaggio all’interno delle città metropolitane, tra cui Catania.
Nello specifico, nella città etnea si registrano differenze significative tra le sei circoscrizioni: tra la Circoscrizione 1, dove il 62% dei residenti è provvisto soltanto di licenza media ed il 59,8% non è occupato, e la Circoscrizione 3, dove tali percentuali scendono rispettivamente a 34,2% e 43,5%. Inoltre, nella Circoscrizione 1 si contano anche il maggior numero di minori (20,9% del totale della popolazione) e di minori stranieri (10,7%).