L'assenza dei nomi delle spiagge catanesi nelle classifiche FEE è indicativa sullo stato di salute di questa parte del litorale ionico.
Esattamente come accaduto nel corso degli anni passati, anche il primo semestre di questo 2023 è stato scandito da un sentimento di sospensione, di attesa, da parte di privati cittadini, amministrazioni ed operatori di tante località balneari italiane nei riguardi di quello che è il riconoscimento internazionale più importante legato al turismo e alla sostenibilità: la Bandiera Blu.
Il programma Bandiera Blu, istituito nel 1987 e condotto dall’ONG Foundation for Envirolmental Education (FEE) – in partnership con il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale del Turismo – è operativo in 49 Paesi europei e, da tempi più recenti, extra-europei. La mission principale del programma è quella di promuovere una conduzione sostenibile del territorio, tramite una serie di indicazioni che, alla base, hanno per l’appunto l’attenzione e la cura per l’ambiente. La FEE si propone dunque di fregiare con l’etichetta ecologica di “Bandiera Blu” le spiagge e gli approdi di quei Comuni rivieraschi e lacustri che, dopo aver avanzato le proprie autocandidature, dimostrano il loro effettivo impegno in una gestione territoriale nel pieno rispetto di diversi criteri standard, tra cui la qualità delle acque di balneazione, la depurazione, la gestione dei rifiuti e i servizi offerti.
Viviamo in un periodo storico nel quale si rivolge un’attenzione sempre maggiore ad ambiente, ecologia e sostenibilità, tematiche che, nel 2022, hanno influenzato le scelte di viaggio di circa il 74% degli italiani (dati AICEO). Si tratta di una fetta piuttosto corposa per il settore turistico del nostro Paese che, secondo Confcommercio, proprio lo scorso anno avrebbe avuto un giro d’affari superiore ai 13 miliardi di euro, grazie anche all’impatto dato dai numeri di regioni come la Sicilia, testa di serie nella lista delle destinazioni preferite durante la stagione estiva.
E proprio la Sicilia, seconda regione della Penisola – subito dopo quella sarda – con i suoi 1.637 chilometri complessivi di estensione costiera, in questo 2023 ha collezionato solamente 11 vessilli raffiguranti le Bandiere blu. Ad essere premiate sono state infatti le zone del messinese e del ragusano e a riconfermarsi, altresì, l’impeccabile spiaggia di Porto Palo, frazione di Menfi, nella provincia di Agrigento. Com’è ormai noto, ad essere rimasta decisamente all’asciutto (ironicamente) è stata la parte del litorale ionico catanese.
Per i cittadini del comprensorio catanese che speravano di poter vedere sventolare la prestigiosa bandiera lungo la costa, l’iniziale sentimento di attesa ha dovuto far spazio, ormai da alcuni anni, alla più passiva rassegnazione. Il sentimento, però, che dovrebbe insinuarsi nelle dinamiche amministrative del territorio sarebbe la preoccupazione. La consultazione dell’archivio del sito “bandiereblu.org” non lascia purtroppo spazio a fraintendimenti: correva l’anno 2011 quando la (sola) spiaggia della costa catanese ad essere insignita dell’eco-label della FEE era quella di Marina di Cottone; per quanto riguarda le bandiere blu per gli “approdi”, risultano assolutamente assenti i nomi dei porti-approdi di Catania, Acireale, Acicastello ed Acitrezza da ancor prima del 2005.
D’altronde, a fugare ogni dubbio sullo stato di salute delle spiagge del catanese ci aveva già pensato la Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, pubblicata il 14 aprile 2023, sulla quale si poteva leggere che i tratti di mare e di costa non adibiti alla balneazione, o per motivi di inquinamento o in quanto aree portuali e/o industriali, risultavano essere pari a poco più di 11 chilometri complessivi.
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