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Assegno Unico, da luglio previsti aumenti: a chi spettano

Assegno Unico: da luglio sono previsti degli aumenti sugli importi. Ecco a chi sono destinati e a quanto ammontano.

Assegno unico: da luglio previsti aumenti. Gli importi mensili sono destinati a salire durante il prossimo mese, come viene anche riportato nel “Fascicolo previdenziale del cittadino” presente sul sito Inps. 

Assegno unico: le date dei pagamenti

I pagamenti Inps dovrebbero arrivare come di consueto dal 20 al 30 luglio: per allora dovrebbero essere già state accolte sia le nuove domande, giunte nel corso del mese precedente, che gli assegni maggiorati, visto che hanno registrato delle variazioni in virtù dei mutamenti delle condizioni del nucleo beneficiario e dell’Isee. Questi aumenti saranno validi fino al 30 giugno 2024. 

Gli aumenti

Viene stabilita la rivalutazione annuale dei “livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’Assegno per il nucleo familiare” in misura pari alla “variazione dell’indice dei prezzi al consumo “per le famiglie di operai e impiegati (FOI), calcolata dall’Istat“. La variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, è stata calcolata pari a +8,1% tra l’anno 2022 e l’anno 2021. 

Le categorie interessate

Se ci sono nuclei famigliari composti da maggiorenni diversi dai figli gli aumenti partono dal reddito minimo di 31569 euro.Se sono presenti entrambi i coniugi, senza figli e con parente inabile, le fasce di reddito si abbassano: il minimo è infatti poco oltre i 28mila euro. Per i redditi più alti, nella fascia tra i 59 e i 66mila euro, gli aumenti scattano solo se presenti famiglie molto numerose, che contano 6/7 componenti.

Più contenuti gli aumenti se presenti famiglie senza figli e senza parenti inabili: in caso di nuclei con due coniugi gli aumenti scattano a partire dai 15mila euro e sono quasi sempre in doppia cifra, andando oltre i 100 solo in caso di nuclei numerosi, oltre i 5 componenti, e di redditi bassi. Stesso discorso in caso di famiglie monoparentali, che vedono gli aumenti scattare dai 17mila euro. Se il coniuge è inabile gli aumenti tornano a scattare a partire da una fascia più alta, poco oltre i 28mila euro. Il meccanismo è sempre lo stesso e questo significa che i nuclei con redditi più alti, oltre i 59mila euro, vedranno gli aumenti solo se numerosi, cioè con 6 o più componenti.

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