Prezzi in rialzo per la stagione estiva 2023: nonostante l'inflazione, però, i gestori delle strutture balneari cercano di contenere i prezzi il più possibile. Ecco la situazione.
Secondo quanto emerge da un’analisi condotta dal centro studi di Cna Sicilia su un campione di 150 gestori di stabilimenti balneari distribuiti, su tutta l’Isola circa il 53% degli operatori intervistati manterrà gli stessi prezzi del 2022, mentre il 29% prevede aumenti non superiori del 5%.
Dividendo per zone, Catania, Messina, Trapani e Agrigento detengono una tendenza leggermente più alta nel mantenimento dei prezzi del 2022, con un 60% di operatori che manterranno gli stessi prezzi; la parte rimanente del campione di imprese prevede aumenti non superiori al 5%. Mentre, in territori come Siracusa, Palermo, Ragusa e Caltanissetta, la quasi totalità della rimanente parte degli operatori prevede incrementi entro il 10%, in quanto la maggioranza manterrà gli stessi prezzi.
Un altro importante fattore a cui si deve far conto è la volontà di apertura anticipata degli stabilimenti balneari. Per molti operatori del settore si dovrebbe già avviare l’apertura dal mese di aprile in poi, mentre per altri sarebbe consigliato partire dalla fine di maggio, inizi giugno.
Le province in cui emerge la tendenza più forte nell’anticipo all’apertura sono Trapani e Messina, mentre aspetteranno tendenzialmente fine maggio o primi di giugno i territori di Palermo, Ragusa e Catania. Infine, a Siracusa, Agrigento e Caltanissetta si aprirà principalmente a maggio.
I vertici di Cna Balneari Sicilia sottolineano che: “Nonostante l’inflazione, l’aumento dei costi sulle imprese per le utenze e per i prodotti, così come per lavori e manutenzioni, anche quest’anno gli operatori hanno reagito con attenzione, senza aumentare sensibilmente i prezzi verso l’utenza.
È un dato rilevante che vogliamo evidenziare anche in ragione di un racconto costante che tocca probabilmente dei casi eclatanti – spiegano il coordinatore regionale Gianpaolo Miceli e il presidente Gugliemo Pacchione –, ma che non rende merito a una categoria strategica per il turismo siciliano e non solo, troppo spesso presa di mira e oggi a serio rischio di essere messa in liquidazione per scelte illogiche. Nei prossimi giorni convocheremo la stampa per dimostrare le nostre ragioni e continuiamo a sostenere il valore strategico del comparto e la non scarsità della risorsa“.
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