La Sicilia è una di quelle regioni d’Italia dove le tradizioni Pasquali sono particolarmente sentite e sono state tramandate negli anni. Durante la Settimana Santa, nelle città e nei paesini dell’entroterra vanno in scena i più particolari e pittoreschi riti pasquali. Tutto è un continuo susseguirsi di cerimonie, processioni e liturgie che, ogni anno, attirano visitatori da ogni dove. La redazione di LiveUnict ha deciso di riportare le tradizioni più particolari che si svolgono in Sicilia.
Pasqua in Sicilia: dove andare per vivere la tradizione
La processione dei misteri di Trapani
La “Processione dei Misteri” è un rituale cristiano che si svolge nella città di Trapani da più di 400 anni. È considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana in quanto essa ha inizio il pomeriggio del venerdì Santo e si protrae, fino al sabato, per 24 ore di fila. Il nome deriva dalle venti rappresentazioni artistiche della morte e della passione di Cristo (i Misteri appunto) che durante la processione vengono sorrette dai fedeli e portate lungo le vie della città con un particolare movimento ondulatorio chiamato “annacata” (da “naca” che, in siciliano, vuol dire “culla”). Si tratta di un rituale che ha origini spagnole e che rievoca alcune tradizioni tipiche della Settimana Santa dell’Andalusia, come quelle della Pasqua a Siviglia.
La processione degli incappucciati di Enna
Nella città di Enna, unica provincia della Sicilia non toccata dal mare, le tradizioni della Pasqua e della Settimana Santa affondano le radici nel periodo della dominazione spagnola (XV – XVII sec) quando alle Confraternite fu dato potere di organizzarsi religiosamente e promuovere il culto.
Il momento più suggestivo delle celebrazioni di Pasqua di Enna si ha nel Venerdì Santo quando tutte le Confraternite si ritrovano nel Duomo pronte ad iniziare la solenne “Processione degli Incappucciati”. Oltre 2000 confrati, con indosso tuniche ampie e cappucci bianchi, precedono le vare del Cristo Morto e dell’Addolorata dando avvio al corteo funebre.
La Madonna vasa vasa di Modica
Due processioni attraversano il centro storico partendo dalla chiesa di Santa Maria di Betlem. Alcuni fedeli portano a spalla il simulacro del Cristo Risorto, altri la statua della Madonna coperta da un velo nero in segno di lutto. Le due statue seguono itinerari diversi, si cercano a lungo finché a Mezzogiorno si incontrano in piazza Monumento dove si celebra il momento più atteso: a vasata (il bacio), un simbolico abbraccio tra la Madre e il Figlio risorto.
A Sciaccariata di Ferla
Il sabato sera a Ferla, piccolo borgo in provincia di Siracusa, dopo la veglia pasquale, la statua della Madonna con un velo nero viene portata per le vie del paese alla ricerca del figlio. La processione termina poco prima della mezzanotte con Maria che rientra in chiesa addolorata per non aver trovato il figlio. Allo scoccare della mezzanotte le campane suonano a festa e il cristo risorto esce dalla chiesa del Carmine. La statua attraversa di corsa la via principale, tutta in salita, quasi a voler rappresentare la risalita dagli abissi della morte.
Questo tragitto è accompagnato dalle sciaccare, torce artigianali realizzate con la liama, una pianta erbacea che in passato veniva utilizzata per legare le piante, realizzare le corde e attrezzi da lavoro. Centinaia di grandi sciaccare accese, mentre tutto il paese è al buio, si aprono in due ali di fuoco e fanno luce al Cristo risorto fino alla chiesa più alta del paese.
Pasqua a Cassaro, U Scontru
Cassaro è un piccolo paese in provincia di Siracusa e i festeggiamenti religiosi di Pasqua sono molto sentiti da tutti gli abitanti, iniziano la “Domenica delle Palme” e si concludono la sera di Pasqua. La domenica di Pasqua all’alba si svolge la processione della Madonna che va in cerca del figlio. A mezzogiorno in punto si arriva al momento culminante della festa: ”U Scontru”, cioè l’incontro tra la Madonna ed il Cristo risorto, fra il lancio delle fettucce di carta multicolore e lo sparo dei fuochi d’artificio.
Lu ballu di li diavuli a Prizzi
Differente è la tradizione del ballo dei diavoli che si tiene a Prizzi, la domenica di Pasqua. La morte, vestita di giallo e con una maschera di cuoio dalle lunghe zanne, e i diavoli, vestiti di rosso con maschere dalla cui bocca fuoriescono grossi denti e una lunga lingua, vanno in giro per le vie del centro per impedire l’incontro tra la statua dell’Addolorata e quella di Gesù Cristo.