In Sicilia, il 65% delle leggi approvate dall’Assemblea Siciliana nel 2022 è stato “bocciato” da parte del Consiglio dei Ministri: questo è quanto emerge dal prospetto elaborato dall’ufficio del Commissario dello Stato per la Regione siciliana.
Il report, aggiornato allo scorso 10 ottobre, restituisce anche un risultato relativo al periodo della legislatura quinquennale appena conclusasi, secondo il quale il 37% delle leggi approvate dall’Assemblea siciliana, nei cinque anni della legislatura che sta per chiudersi, è stato impugnato. Nello specifico, lo stop del Consiglio dei ministri è arrivato per 47 leggi sulle 122 varate tra il 2018 e il 2022, sotto il governo di Nello Musumeci.
Tuttavia, il vero “annus horribilis” è stato quello in corso, che ha fatto registrare l’opposizione a ben il 65% delle leggi approvate dall’Ars, le quali non hanno passato il vaglio del Cdm. In questo caso, sono stati 9 provvedimenti su 14 a finire davanti alla Corte Costituzionale. Ma anche nel 2021 il risultato era stato simile, sebbene minore. Infatti, per l’anno scorso, il 52% delle leggi approvate dall’Assemblea Siciliana ha ricevuto il disco rosso (16 leggi su 31).
Questi risultati a fronte di un ottimo inizio della legislatura uscente. Basti pensare che, su 20 leggi passate all’Ars nel 2018, solo 4 (20%) erano state impugnate. Ma già a partire dall’anno successivo, il tasso di leggi impugnate era aumentato, fino a raggiungere il 35% (9 su 26), per poi scendere nel 2020: 9 leggi su 31 “bocciate” e pari al 29%.
Infine, negli ultimi due anni sono arrivati i risultati peggiori: si registra che il Consiglio dei Ministri ha impugnato più della metà delle leggi siciliane, numeri che fotografano il periodo complicato attraversato dalla maggioranza di centrodestra, come ha dimostrato lo scontro tra il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il governatore Nello Musumeci.