Nelle ultime settimane non si fa che parlare di aumenti. Già negli scorsi mesi, in verità, in Italia sono nettamente cresciuti i prezzi delle abitazioni, soprattutto se nuove. Gli incrementi riguardano da vicino anche il Sud e le Isole.
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Periodo all’insegna dei rincari per gli italiani. E a decollare non sono soltanto le spese legate all’acquisto dei prodotti alimentari o i costi degli affitti. Nel corso del secondo trimestre del 2022, lungo la Penisola sono aumentati ulteriormente anche i prezzi delle case in vendita, e più velocemente: è quanto emerge da un nuovo report firmato Istat.
L’Istituto precisa, di fatto, che “si conferma e accelera la crescita tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto ormai da tre anni“.
In particolare, rispetto ai primi tre mesi dell’anno, l’indice dei prezzi delle abitazioni sia nuove sia esistenti acquistate indipendentemente dalla finalità d’uso (noto anche come IPAB) è cresciuto del 2,3%.
L’aumento raggiunge, poi, il 5,2% se si mettono a confronto gli stessi periodi di due anni diversi, ovvero se si guarda anche al secondo trimestre del 2021. Gli incrementi interesserebbero particolarmente il Meridione. Di seguito i dati, provvisori, nel dettaglio.
In primo luogo si specifica che il report distingue tra abitazioni esistenti, vendute dalle famiglie o da altri settori istituzionali, e quelle di nuova costruzione o esistenti ristrutturate e vendute dalle imprese operanti nell’edilizia.
Nel 2022 sono risultate più care anche le prime ma se nel primo trimestre per queste è stato registrato un aumento del 4,4%, tra aprile e giugno la variazione tendenziale ha subito un lieve rallentamento, attestandosi al +3,8%.
Un incremento senza precedenti in quanto a doppia cifra ha riguardato, al contrario, le case nuove: in questo caso, il secondo trimestre di quest’anno ha visto crescere i prezzi del 12,1% su anno. Si tratta del tasso di crescita più elevato registrato da quando è consultabile la serie storica dell’indice dei prezzi delle abitazioni stilato dall’Istituto nazionale di statistica. In questo caso non passa inosservata la netta accelerazione degli aumenti, più che raddoppiata: in effetti nei primi tre mesi del 2022 era stata registrata una crescita del “solo” 5,0%.
Secondo quanto precisato dall’Istat, la variazione tendenziale dei prezzi è frutto soprattutto ai rincari riservate alle case nuove. Ma non soltanto.
Anche considerando la variazione su base congiunturale, cioè rispetto al trimestre precedente, l’aumento dell’IPAB (+2,3%) è attribuibile tanto ai prezzi delle abitazioni nuove, che aumentano del 6,8%, che a quelli delle esistenti, che crescono dell’1,4%.
Lo scarto rispetto agli anni precedenti è davvero notevole. Si pensi che, per quanto concerne le case nuove, nel secondo trimestre del 2019 venne registrata una crescita dei prezzi pari ad appena lo 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si raggiunse al massimo il +1,4% negli ultimi tre mesi di quell’anno.
Ad ogni modo, se si guarda alle ultime variazioni tendenziali annue, salta immediatamente all’occhio una graduale crescita dei prezzi. In generale:
L’accelerazione degli aumenti si toccherebbe con mano in tutta la Penisola, o quasi. Soltanto il Centro Italia verrebbe “risparmiato”. Sempre considerando la variazione tendenziale, in quest’area si è registrata persino una decelerazione della crescita rispetto al primo trimestre , il passaggio da +4,5% ad un +4,0%.
Molto diversa la situazione nelle altre parti d’Italia. In particolare:
E al Sud e nelle Isole? Anche qui i tassi tendenziali generali crescono con lo scorrere dei mesi, e rapidamente: il passaggio dal primo al secondo trimestre ha determinato quello dal +3,1% al +4,5%.
Inoltre, insieme al Nord-Ovest e al Nord-Est, anche il Sud e le Isole “incassano” il tasso di crescita tendenziale per abitazioni nuove più alto da quando esiste la serie storica dell’IPAB.
Certo nel Nord-Ovest, nel giro di un trimestre, l’aumento iniziale che ha riguardato le nuove abitazioni (ancora una volta variazione tendenziale), pari al +2,0%, è cresciuta di oltre cinque volte, raggiungendo il +11,1%. Ma soltanto al Sud e nelle Isole è stato toccato il +15,8%, quasi il doppio rispetto al +8,5% relativo ai primi tre mesi dell’anno ancora in corso.
In questa zona d’Italia non vengono risparmiate nemmeno le abitazioni esistenti, sebbene in questo caso la crescita dei prezzi proceda più lentamente. Se nel primo trimestre dell’anno si contava un aumento pari al 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nel secondo si arriva al +2,5%.
Si attendono, ora, i dati del terzo trimestre. Nel frattempo l’Istat precisa comunque che “questa dinamica dei prezzi, insieme con la rinnovata vivacità dei volumi compravenduti (+8,6%), mostra un mercato immobiliare residenziale ancora in espansione tra aprile e giugno di quest’anno, nonostante le tensioni internazionali e le difficoltà derivanti dall’elevata inflazione”.
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