Sebbene siano trascorsi ormai quasi tre anni dallo scoppio della pandemia da Coronavirus, e nel frattempo siano mutate e decadute molte misure, vengo o ancora messe in atto delle precauzioni, atte ad evitare una possibile risalita dei contagi e dei ricoveri.
Tra queste, spiccano senza dubbio i vaccini anti-Covid, di cui in questi ultimi giorni si torna a trattare diffusamente. Questo perché sia dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che dall’EMA (Agenzia Europea per i medicinali) sono stati autorizzati i sieri bivalenti: quei vaccini, cioè, pensati per contrastare tanto il ceppo originale del Coronavirus quanto le sue varianti, tra le quali la temutissima Omicron (comprese le varianti BA.4 e BA.5).
Ma a chi vengono consigliati i nuovissimi vaccini? Nel documento di presentazione pubblicato dal Ministero della Salute viene spiegato che, fermo restando che la scelta sottoporsi ai richiami con nuovo siero sia naturalmente libera, almeno inizialmente si darà priorità a:
- chi deve ricevere la quarta dose, ovvero i soggetti fragili oppure coloro appartenenti alla fascia d’età over 60;
- gli operatori sanitari, così come i lavoratori e i cittadini ospitati all’interno delle strutture residenziali per anziani (RSA) e per le donne in gravidanza;
- quella fascia di popolazione over 12, infine, che ha completato solamente il primo ciclo di vaccinazione: per questi ultimi, infatti, il vaccino bivalente varrà come “dose booster”, o terza dose.
Ad ogni modo, la circolare del Ministero della Salute ricorda che, per tutte le categorie citate, il vaccino bivalente sarà inoculato “indipendentemente dal vaccino utilizzato per il completamento del ciclo primario”, sottolineando come si mantengano “le tempistiche già previste per la stessa”. Ciò significa, infine, che le dosi bivalenti, i cui primi ordini, secondo il Ministro della Salute Roberto Speranza, sarebbero in arrivo proprio in questi giorni, non saranno somministrate prima dei 120 giorni trascorsi dall’ultima dose ricevuta.