Rissa con sparatoria a Catania, avvenuta lo scorso aprile: la Procura ha chiesto la misura cautelare anche per il cantante neomelodico. Il Gip, tuttavia, ha rigettato la richiesta.
Dietro la rissa scaturita in sparatoria lo scorso 21 aprile in via Dusmet, a Catania, ci sarebbe un mancato duetto tra Nicolò Rapisarda, in arte “Tony Effe”, e Niko Pandetta, nell’ambito di un regolamento di conti tra i clan Cappello-Bonaccorsi e Carcagnusi.
La Procura di Catania ha chiesto la misura cautelare anche per il cantante neomelodico Pandetta, che potrebbe esser stato il mandante della sparatoria: il Gip, tuttavia, ha rigettato la richiesta nei confronti dell’indagato.
Secondo quanto riportato dalla testata CataniaToday, a proibire precedentemente al neomelodico di cantare (che è nipote del boss Turi Cappello) sarebbero stati soggetti del gruppo di Intravaia, vicino ai Carcagnusi.
Secondo gli inquirenti, in seguito alla mancata esibizione e a conseguenti tensioni, il neomelodico avrebbe messo a punto la vendetta. Dovrebbe trattarsi, di conseguenza, del mandante della sparatoria ma non avrebbe fisicamente preso parte alla colluttazione.
Rigettata, dunque, la richiesta di misura cautelare. Anche se – indica il Gip – “il quadro investigativo consente di ritenere sussistenti seri indizi di un suo concorso esterno sul piano morale è innegabile che quella notte la presenza di Pandetta sul luogo non sia stata, per così dire, statica”.
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